‘Wrote for us’, da Cajkovskij ai Beatles
Venerdì 8 Maggio 2015 ore 21.15
WROTE FOR US
festa per i 25 anni
del Duo Pianistico di Firenze
Sara Bartolucci – Rodolfo Alessandrini
con la partecipazione straordinaria di
Ilio Barontini – Caterina Barontini
due pianoforti
musiche di Yu, Calligaris, Beatles/Barontini
ingresso libero
Aula Magna del Seminario Vescovile
Sara Bartolucci e Rodolfo Alessandrini compiono 25 anni di attività professionale come Duo Pianistico di Firenze nel 2015.
Apprezzati per il loro perfetto insieme e per l’attenzione stilistica, prima vincitori e successivamente organizzatori di importanti Concorsi Pianistici, hanno suonato ininterrottamente in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Polonia, Russia e Stati Uniti presentando un repertorio vastissimo di tutte le epoche (oltre 150 numeri d’opera) e in larga parte sconosciuto (oltre 50 prime esecuzioni).
Hanno inciso CD per Brilliant Classics con musiche di Rubinstein e per l’integrale dell’opera di Chopin, per Mudima con musiche di Pratella, e per Rosalba Records con musiche per il cinema da loro stessi trascritte. Hanno pubblicato opere a quattro mani per Carisch (Czerny e Calligaris), Schott (Rota) e sono i curatori del più vasto progetto editoriale mai esistito per duo pianistico: la Four Hands Editions, che sta ristampando in edizione Urtext le più significative composizioni di oltre trenta autori, fra cui Busoni, Chopin, Czerny, Debussy, Kozeluch, Martucci, Pleyel, Ries, Rubinstein, ecc.
Allievi rispettivamente di Rosa Maria Scarlino e Stefano Fiuzzi, si sono formati come duo alla scuola del Duo Moreno-Capelli e di Dario De Rosa, specializzandosi poi all’Accademia di Imola con Stefano Fiuzzi in Fortepiano e Pianoforte romantico con Diploma Master.
A loro hanno dedicato composizioni Sergio Calligaris, Sondra Clark, Donald Yu, Ilio Barontini e Remo Vinciguerra.
Nei prossimi mesi sono previsti concerti per il Ferrara Piano Festival, in Giappone, nonché l’uscita di quattro CD per Brilliant Classics e la pubblicazione di nove titoli per la Four Hands Editions.
Ilio Barontini è una delle espressioni più originali del panorama musicale italiano. Fin dal 1972 ha intrapreso l’attività concertistica, come solista e in duo con prestigiosi strumentisti, e quella didattica presso l’Istituto Musicale “P. Mascagni”. Precedentemente aveva già maturato esperienze artistiche, come quella di Maestro sostituto presso il Teatro Comunale di Firenze con la direzione artistica di Riccardo Muti.
In quarant’anni di attività ha tenuto numerosi concerti come pianista e clavicembalista in varie formazioni cameristiche in Italia e all’estero (Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Germania, Marocco, Egitto, Tunisia, Algeria, Canada ecc.) e recentemente con le figlie Ilaria, flautista e in duo pianistico con Caterina. Ha registrato per emittenti radio-televisive nazionali ed estere ed ha inciso per la Fonè, Florence International, Il Bagatto-Musica di Carrara.
Fra i suoi allievi molti si sono affermati ed inseriti nel panorama concertistico internazionale (Marco Evangelisti, Gabriele Baldocci, Augustin Hadelich, Andrea Pellegrini eccj altri in ambito locale o nell’attività didattico-pedagogica. E’ stato definito un pianista controcorrente per la scelta di programmi inconsueti, tesi a investigare aspetti meno noti della letteratura pianistica.
Caterina Barontini, nata nel 1994, fin da bambina svolge attività concertistica in duo pianistico con il padre e in varie formazioni cameristiche, ottenendo entusiastici consensi di pubblico e di critica per le sue doti musicali e per la profondità interpretativa. Ha conseguito col massimo dei voti e la lode sia il diploma di maturità in scienze della formazione presso l’ISIS di Livorno che il diploma di Pianoforte sotto la guida di Ilio Barontini presso l’Istituto “Mascagni” di Livorno.
Nel 2007 ha inciso il CD 15 Ballatae, che il compositore Claudio Vaira le ha dedicato. Nel 2010 ha vinto il primo premio della sezione letteraria del Concorso artistico-letterario indetto in occasione dell’ottavo centenario del Mosaico di San Tommaso in Formis di Roma.
Nel 2011 ha preso parte al concerto di inaugurazione dell’anno accademico dell’Istituto “Mascagni” in qualità di pianista nell’Opera da tre soldi di Kurt Weill; in duo con Ilaria Guarnaccia ha partecipato al concerto in memoria di Antonio Bacchelli presso il teatro “La Goldonetta” di Livorno. Ha vinto la VI e VII edizione del Premio di Poesia “Giancarlo Bolognesi” destinato agli studenti dei licei di Livorno e provincia.
Ha ottenuto il Primo Premio al 15° Concorso Nazionale “Riviera Etrusca” in duo pianistico a quattro mani con Ilaria Guarnaccia e, da solista, il Primo Premio Assoluto al 21° Concorso Nazionale Pianistico “Giulio Rospigliosi”. Attualmente frequenta il Biennio superiore di II livello col M° Daniel Rivera.
WROTE FOR US
tutte le composizioni sono dedicate al Duo Pianistico di Firenze
Man Ching Donald YU (1980)
Emotional Waves per pianoforte a quattro mani
Sergio CALLIGARIS (1941)
Concerto op. 52 per due pianoforti
Allegro moderato e marcato assai
Adagio malinconico
Finale: Tempo di Gigue
Parafrasi da concerto op. 16 per due pianoforti
sul Valzer dal 1° atto del Balletto “Il lago dei cigni”
di P. I. Cajkovskij
esegue il Duo Pianistico di Firenze
intervallo
Ilio BARONTINI (1951)
Beatlemania, parafrasi da concerto sui motivi dei Beatles
per due pianoforti Vol. I
eseguono Ilio e Caterina Barontini
Man Ching Donald Yu è uno dei compositori più prolifici della sua generazione. Nato ad Hong Kong nel 1980, ha al suo attivo un catalogo sterminato di opere strumentali, vocali, sinfoniche e cameristiche, pubblicate ed eseguite in tutto il mondo. Gli editori di Donald Yu sono le Edizioni Sconfinarte (Italia), Helm & Baynov Verlag, Verlag vierdreiunddreissig (Germania), Scherzo Editions (Olanda), International Journal of Contemporary Composition (Israele), e Zimbel Press (USA).
Fra gli interpreti di Donald Yu figurano la Uzhgorod Philharmonic Orchestra, la Khmelnytsky Philharmonic, la Chernivtsi Philharmonic Symphony Orchestra, la Lugansk Philharmonic Orchestra, la Onondaga Civic Symphony Orchestra, il Coro dell’Opera di Hong Kong, il Coro della Transcarpathian Honoured Academy, the Choral Fellows of the Harvard University Choir, l’Icarius Ensemble, la New Score Chamber Orchestra, il Trio Equinox, l’Ensemble MusicOrba, il Duo 46, il Gulfstream String Quartet, lo Hong Kong Youth Choir, la Hong Kong Chamber Orchestra, i solisti della Macau Orchestra, la Yao Yuen Chinese Orchestra, la Ithaca College Trombone Troupe, e molti altri. Donald Yu è inoltre attivo come didatta, e come pianista.
E’ autore di alcuni importanti saggi di teoria musicale che sono stati presentati in varie conferenze internazionali e selezionati per la pubblicazione in molti testi didattici e riviste musicali accademiche tra cui il New Sound International Journal of Music. Come pianista, ha eseguito un repertorio vasto, che lo ha visto impegnato sia nel repertorio classico viennese che in quello contemporaneo. Lo stile della sua musica è vario, ed è spesso caratterizzato dalla fusione di elementi post-impressionisti, tecniche micropolifoniche miste a colori orientali. La sua musica ha ricevuto diverse recensioni internazionale ed è stata definita “una miscellanea personalissima di linguaggi tonali e atonali, con i colori musicali del suo paese natale…” (Fanfare Magazine). La sua incredibile poliedricità è integralmente testimoniata alle pagine www.manchingdonaldyu.com
Emotional Waves è stato ispirato da una pittura moderna cinese, Emotional Ocean. Così come il dipinto, la musica presenta figurazioni diverse riconducibili ad onde marine, talvolta tenui, talvolta drammatiche, in ogni gamma dinamca e registro pianistico. Il brano inizia in un contesto tenue e nebuloso, poi il materiale viene progressivamente sviluppato e variegato, accumulandosi e saturandosi nella sua massima densità a metà del pezzo. Gli elementi iniziali si ripetono dopo il climax alternandosi a momenti di risacca, per agglomerarsi nuovamente alla fine in una sovrapposizione di arpeggi. In generale la struttura del pezzo assomiglia anch’essa ad una forma d’onda onda, col suo culmine sia a metà che alla fine del pezzo. Numerosi frammenti melodici e coloristici tipicamente cinesi sono coinvolti nel brano e questi si fondono con materiali post-tonali per forgiare la voce unica personale del compositore.
È difficile, se non impossibile, sintetizzare in poche righe la figura di Sergio Calligaris, oggi considerato uno dei più importanti compositori in attività, ma noto fino alla fine degli anni ’70 come pianista virtuoso della scuola Leschetizky, allievo tra gli altri di Guido Agosti e Nikita Magaloff. Calligaris, nato in Argentina ma cittadino italiano da quasi quarant’anni, si è esibito in prestigiose sale da concerto come il Bundesallee Konzertsaal di Berlino, l’Auditorium di S. Cecilia in Roma, il Musikverein Brahms-Saal a Vienna, e recentemente, come solista nel suo Concerto per pianoforte e orchestra op. 29, presso il Teatro principale di Manila. Ha inciso, tra gli altri, per la EMI, Orion Records e la Ares-Libreria Editrice Vaticana, e non si contano le apparizioni televisive, sia in RAI che nelle più importanti emittenti radiotelevisive straniere.
Nel 1966 è stato insignito dell’ambito Diploma di Artista dal The Cleveland Institute of Music, dove, come docente, è stato membro della facoltà di pianoforte, di cui ha tenuto la Cattedra di Pianoforte Principale, ruolo che ha ricoperto anche alla California State University di Los Angeles dal 1969. Nel 1973 ha fondato, in associazione con la California State University di Los Angeles, l’American Academy of Arts in Europe con sede a Verona di cui è stato il primo direttore artistico tenendo anche corsi di perfezionamento in pianoforte.
In Italia ha insegnato dal 1974, prima al Conservatorio Statale di musica S. Pietro a Majella di Napoli, e al Luisa D’Annunzio di Pescara, poi all’Alfredo Casella de L’Aquila.
Calligaris si è riavvicinato alla composizione, attività interrotta in gioventù per motivi di carriera pianistica, verso la fine degli anni ’70, dopo appunto un ventennio trascorso da concertista. Uno dei suoi primi lavori, il quaderno di Renzo Piano, op. 7 (composto nel 1978), da allora è diventato uno dei brani più eseguiti nel repertorio del pianoforte contemporaneo. Fondamentale nel linguaggio musicale di Calligaris è l’opposizione tra l’aspetto “ditirambico”, passionale e selvaggiamente primordiale e quello “elegiaco”, lirico ed evocativo.
Le sue opere, magistralmente composte e armonicamente sofisticate, sono state eseguite con grande successo presso alcune fra le maggiori associazioni musicali, in occasione di festivals italiani e internazionali, presso la RAI nonché in numerosissime città di tutto il mondo, dal Giappone alle Repubbliche della Ex Unione Sovietica e in Cina.
In particolare, si ricordano: Accademia di Santa Cecilia, Roma; Salle Gaveau, Parigi; Sala Grande della Filarmonica, San Pietroburgo; Israel Philharmonic Orchestra Hall, Tel Aviv; Museo del Prado, Madrid; Kammer-Oper, Vienna; Sala Rachmaninoff del Conservatorio Ciaikovsky, Mosca; Teatro dell’Opera, Roma; Purcell Room, Londra; Kaway Hall, Tokyo; The National Gallery of Ireland, Dublino; Konservatorium, Copenaghen; Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano; Broadcasting Corporation of China, Taipei – Taiwan; Museo Charlier, Bruxelles; Teatro Comunale di Firenze; Festival du Vigan, Francia; Teatro Ghione, Roma; Musikhalle, Amburgo; Konzertsaal der Kunsthalle di Brema; Auditorium RAI di Torino; Palazzo della Cultura Pravda e Sala del Museo Musicale Glinka, Mosca; Société Française de Musique Contemporaine, Parigi; XIV Festival d’Art Sacré de la Ville de Paris (1991); Los Angeles County Museum of Art; Auditorium della RAI, Napoli; Roosevelt University, Chicago; Juilliard School of Music, New York; New Delhi Music Society; Accademia Chigiana, Siena; Società Fryderyk Chopin, Varsavia; Salle de l’UNESCO, Parigi; Boston University Concert Hall, Boston; École Normale de Musique de Paris, Parigi; Conservatoire National de Musique, Bruxelles; Harvard Hall, New York; St. James’ Piccadilly, Londra.
La carriera di compositore per Calligaris è cresciuta dopo il ricevimento di benvenuto del quaderno di Renzo, con commissioni da varie istituzioni musicali, ed ha visto svilupparsi in pochi anni una produzione enorme, che comprende opere pianistiche, da camera, sinfoniche, corali di grande spessore e respiro. Il Dizionario Biografico dei Musicisti Baker (G.Schirmer, New York) ha incluso la biografia di Sergio Calligaris, scritta da Nicolas Slonimsky, un onore conferito a pochissimi musicisti viventi.
A lavori monumentali quali i Concerti per pianoforte e orchestra, due pianoforti, violino e pianoforte, le Danze sinfoniche, il Concerto per archi ecc., si alternano composizioni cameristiche apprezzatissime ovunque: fra queste spicca particolarmente la “Sonata op.38 per clarinetto e pianoforte”, eseguita in prima assoluta dai dedicatari dell’opera, Dimitri e Vladimir Ashkenazy – con un’interpretazione memorabile, trascinante e di altissimo livello artistico accolta subito trionfalmente dal pubblico e dalla critica.
Oggi Sergio Calligaris è eseguito in tutto il mondo, e la sua opera omnia pubblicata per oltre trent’anni da Carisch, è stata acquisita integralmente da Universal – Ricordi.
Malgrado la lunghezza, questo profilo di Sergio Calligaris è estremamente lacunoso di informazioni e notizie, si invita pertanto il lettore a visitare il sito www.sergiocalligaris.com per tutti i dettagli e per la visione dello sterminato catalogo del Maestro.
Il Concerto op. 52, dedicato al Duo Pianistico di Firenze, deriva dal Concerto op. 25 per archi, a sua volta scaturito da una precedente versione per dodici violoncelli. L’idea di realizzarne una versione pianistica, peraltro sempre desiderata dal Maestro, nasce spontaneamente nel 2012 quando l’autore e i dedicatari si trovano a partecipare allo stesso concerto, in cui l’orchestra interpreta proprio il Concerto op. 25 per archi. Da quel momento inizia una serrata collaborazione fra compositore e interpreti che porta alla realizzazione del Concerto op. 52.
La partitura complessa e drammatica è costituita da tre movimenti. Il primo è un allegro aggressivo che alterna una pulsazione ritmica selvaggia ad una seconda idea melodica di grande tensione armonica. Il secondo tempo, lirico e struggente contiene uno dei più bei temi di Calligaris, con una sezione centrale molto vicina alla poetica dell’ultimo Rachmaninoff. Il terzo movimento è una Giga interamente basata sul contrappunto, che dopo un impressionante crescendo sfocia in una ripresa degli elementi ritmici del primo tempo.
La Parafrasi da Concerto op. 16 presenta una immagine del pianista Calligaris, possente e robusto virtuoso, dominatore dei palcoscenici. Il celebre Valzer del Lago dei Cigni di Cajkovskij viene lasciato intatto nella sua intera struttura originale, rinunciando perfino ai tradizionali tagli delle sezioni intermedie, ma viene totalmente ripensato in una versione scintillante in cui elementi ornamentali composti da Calligaris vengono ad intersecarsi con la musica di Cajkovskij in una veste pianistica sontuosa e potente che mette a dura prova gli interpreti con continui salti e numeri da virtuosi. Pensato per il grande teatro, questo brano è però di grandissima presa anche in ambienti di dimensioni più limitate.
La biografia di Ilio Barontini è presente sul programma di sala, ma è estremamente riduttiva per chi non conosce a fondo la statura di questo musicista a 360° con tutte le doti dei big del palcoscenico, che si è sempre espresso a livelli artistici superlativi divenendo un vero e proprio punto di riferimento per chiunque lo abbia incontrato e frequentato. Barontini sa tutto e suona tutto, con una modestia imbarazzante, ed è compositore raffinato ed attento oltre che impareggiabile didatta.
Fra le tante proposte eclettiche che Ilio Barontini ha proposto al pubblico nel corso degli anni, uno spazio particolare lo ha avuto la sua trasposizione pianistica della musica dei Beatles, iniziata negli anni ’80 come solista e sviluppatasi poi su due tastiere grazie al fondamentale apporto della figlia Caterina. Oggi finalmente esistono due Volumi di Beatlemania per due pianoforti, con quasi due ore di musica! Barontini ripensa i Beatles con la sincerità di chi ha vissuto gli anni dei quattro ragazzi di Liverpool, ma anche con la consapevolezza di chi frequenta la musica, il pianoforte e il contrappunto da musicista di ambiente colto.
Il risultato è un viaggio affascinante pieno di ricordi e di sorprese, in cui si va ben presto al di là delle barriere stilistiche, dei modelli pianistici e dei confini dei generi, per entrare in un mondo nuovo ma già vissuto, musicalmente globalizzato, che propone un ascolto a vari livelli in cui chiunque può trovarsi a proprio agio.
Il tutto è intriso dell’elegante pianismo di Barontini, ripensato in chiave cameristica e contrappuntistica. Ma attenzione: è necessario avere la partitura sotto agli occhi per accorgersi dell’enorme lavoro strutturale e contrappuntistico di questa Beatlemania, perché all’ascolto ci sarà solo musica, narrazione, e tanta irrefrenabile nostalgia di tempi passati, magistralmente evocati su due tastiere.