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Web marketing turistico, marketing culturale applicato agli Uffizi

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uffizi

 

di Riccardo Tronci

 

 

L’era del digitale e della cultura web porta con sé nuove opportunità per il mondo turistico e culturale, per le imprese di hospitality o ristorazione come per un museo. Per questo siamo lieti di presentarvi il corso di web marketing per PMI Webagel, che si terrà nei giorni 5/6/7 Novembre a Pistoia. E per questo proviamo a fare un esempio su tutti del perché il web marketing turistico potrebbe aiutare l’economia, ma prima ancora la cultura. Prendiamo in esame il marketing culturale e gli Uffizi.

Partiamo da un adagio che avrete sicuramente avuto modo di ascoltare.

Un museo non ha bisogno di una strategia di web marketing turistico, portare il marketing culturale dentro gli Uffizi sarebbe un errore, una mistificazione, un peccato! Mai fondere la triste pecunia con la cultura!”

Quanti di voi la pensano così?

Perché questo pensiero è esattamente il motivo per cui il Louvre è il primo museo al mondo, quello più all’avanguardia e gli Uffizi vivono grazie all’antico fuoco che li rende nobili, senza però riuscire a risplendere. Questo è uno dei motivi per cui mancano sempre i fondi per un’illuminazione adeguata, per creare succursali e movimento di idee, nuove mostre e contatti. Per rendere il museo qualcosa di vivo e non di museificato.

Ma per spiegare meglio il perché ed entrare nei dettagli è necessario fare un passo indietro e spiegarvi perché il web marketing sia oggi indispensabile e perché il web marketing turistico lo sia ancora di più (e come riesca a produrre cultura!).

Partiamo da una cosa che conosciamo tutti, la televisione. Lo sappiamo, quello che passano in televisione non vi piace. E soprattutto è intollerabile la continua interruzione da parte degli spot pubblicitari.

Alla radio un po’ meno di pubblicità, ma talvolta capita di raggiungere la meta desiderata senza aver sentito nemmeno la voce dello speaker o una canzone.

E, non per ultimi, i flyer sono davvero solamente un ingombro da tenere in mano che finiscono per insudiciare i nostri bellissimi centri storici.

Udite, udite, esiste una soluzione, o quantomeno una prospettiva, che riguarda essenzialmente tutti noi, dipendenti o titolari di impresa, freelance o manager. Gli esperti di marketing italiano ed internazionale, da Claudio Gagliardini a Rudy Bandiera, passando ovviamente per nomi altisonanti come Seth Godin, sono tutti concordi: stiamo strutturando una forte resistenza alle immagini pubblicitarie, il nostro cervello riesce a mandarle nel sottofondo, come se non esistessero. I nostri occhi le bypassano.

Quindi come può un brand, un freelance, uno studio veterinario o un fotografo, come possono tutti loro lanciare la propria offerta, idea, progetto? La risposta è bellissima ed è ciò che ci salverà: producendo e distribuendo contenuti di qualità.

Gli Uffizi possono tornare a risplendere lanciando operazioni di web marketing, facendo semplicemente fregio dei contenuti. E quale contenitore può avere maggiori possibilità di creare contenuti di qualità?

Non è molta l’alternativa: è possibile incontrare la propria nicchia solo e solamente cominciando a ricercare e scrivere contenuti attuali, interessanti, fruibili, creando di conseguenza reputazione (fattore sempre più importante nella sfera web come in quella reale).

Il fare strategia di contenuti viene chiamato dagli addetti ai lavori Inbound Marketing. Si tratta, detto in soldoni, di essere presente là dove conta. Spiegarsi meglio è molto semplice. Prendiamo proprio l’esempio degli Uffizi. Perché un turista dovrebbe visitare questa Galleria, come fare a spingerlo quando, in realtà, preferirebbe passare la giornata a fare shopping per via dei Calzolai?

Diviene necessario attrarlo. E per attrarlo è necessario mostrargli, senza invadenza, contenuti che lo stuzzichino e lo attirino, creare il desiderio. Creare la domanda significa creare pubblico e, se si è stati bravi, pubblico affezionato.  Questo per una pizzeria significa essere presente nel web con recensioni, con un sito performante a livello Seo, con una continua attenzione ai complimenti e alle critiche rivolte (rispondendo sempre!) e con concorsi, offerte e proposte che creino “engagement”, coinvolgimento.

Per un museo come gli Uffizi il problema è già evidente con una semplice ricerca su Google di “Cosa visitare a Firenze”: il sito web degli Uffizi è in seconda pagina (la stessa che viene definita il miglior posto al mondo per nascondere i cadaveri, visto che nessuno o quasi la legge). Gli Uffizi scivolano addirittura in terza pagina per la query “cosa vedere a Firenze”.

Cominciate a capire cosa significhi “farsi trovare”. La quasi totalità delle persone che in lingua italiana cerchino, prima di recarsi a visitare la città di Firenze, cosa visitare, non troveranno gli Uffizi come risultato di ricerca.

Adesso visitate questo sito, quello del Louvre (http://www.louvre.fr/). Che emozioni vi lasciano queste foto? Che idea vi comunica l’impianto stesso del sito? Rispondiamo noi: si percepisce una realtà viva, vitale, che propone eventi, concerti, che invita ed invoglia a scoprire insieme. Vediamo il sito ufficiale della Galleria degli Uffizi. Statico, noioso, scolastico. Non c’è emozione, non c’è coinvolgimento, nessuno avrà mai voglia di twittarne un contenuto, per dirne una.

Un ulteriore passo potrebbe essere analizzarne la presenza in rete, nei social. Controllatene i profili Facebook. Ad oggi, 20 ottobre, la prima recensione che troviamo degli Uffizi è 2 stelle su 5: “Collezionemagnifica!luogo curato e pulito,ma dopo aver fatto 1ora di fila,non mi aspettavo che l’addetto alla biglietteria finisse la sua partita a Ruzzle con il cell prima di farmi acquistare il mio ingresso(con fila che continuava alle mie spalle)e c’è gente che non ha lavoro!!”. Quella seguente attribuisce 4 stelle dicendo che la gestione è scadente.

Adesso pensate se aveste trovato una recensione entusiasta. Pensate se non aveste letto di Ruzzle e della coda di un’ora, pensate cosa potrebbe scatenare un museo come gli Uffizi se solamente lo volesse. Lo può fare una pizzeria, lo potete fare voi con la vostra azienda e, udite udite, potrebbero farlo anche gli Uffizi.

Basta volerlo e capire come fare.

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