Si chiude la mostra del Laboratorio Officinae di Vanni Melani
di Riccardo Tronci
– Le luci della piazza tradiscono l’esaurirsi di una festa sul finire dell’estate, di cui le giostre movimentano gli ultimi respiri. In un angolo della piazza, incitati da una musica assordante, alcuni sportivi si cimentano nello spinning. Questo è forse l’ultimo posto dove crederesti di trovare una manifestazione artistica e culturale interessante. E come sempre succede nella vita, ecco la smentita.
Pochi passi e una porta sembra chiudersi alle spalle, creando un’atmosfera meno chiassosa, in cui una ad una si presentano le opere del laboratorio Officinae, diretto da Vanni Melani, eccellente scultore, luogo dove in molti si sono avvicinati con fiducia al proprio lato artistico e creativo, trovandosi a condividere uno spazio, una passione e la cultura. Se tra gli antichi Greci si poteva comunicare e fare filosofia sotto i portici, sotto il timpano decorato in terracotta da Melani ed allievi, si può scoprire l’arte, la storia dell’arte e capire, imparare, per poi, magari, sperimentare.
Sculture e pitture degli artisti di Officinae sono raggruppate a Quarrata in occasione di una mostra e asta di beneficenza, un modo per mostrare al territorio i frutti del lavoro ed anche per ringraziare dell’ospitalità e del terreno fertile. Il ricavato dell’asta, generoso anche nelle cifre, è stato destinato a finanziare il progetto di radiologia domiciliare promosso dall’associazione dei tecnici di radiologia e dalla CRI di Quarrata, Agliana e Montale.
Un volto, ad inizio esposizione, rapisce immediatamente la curiosità, gli occhi perforano l’aria e vengono esaltati dall’avvolgente e realistico turbante, dalle pieghe e panneggio pregiati. E’ Patrizia Taliani a darci il benvenuto con questo ritratto, ed una curiosa piccola statua di maternità, variopinta narrazione affidata alla terracotta, in cui il colore fa da scenario, esaltando le ramificazioni dei corpi.
Curiosa per il tema rappresentato, ma anche per l’intimo legame con il maestro, il pezzo presentato da Simona Novellini, Lucertolarium, dove in un contesto bianco, forse desertico, forse di natura organica, alcune lucertole si muovono compiendo evoluzioni o lasciandosi scaldare dagli ipotetici raggi solari.
Monica Gori stupisce con due divertissement, due corpetti femminili, sgargianti, inusuali ed eccentrici. Loredana Inglesi e Simonetta Zeloni con colori e forme inusuali.
“Palco centrale” della mostra riservato ovviamente al maestro, Vanni Melani, che testimonia con alcuni pezzi eccellenti la sua personale attrazione e rielaborazione dell’arte classica, con volti spezzati o incompleti, frammenti, volti e mezzi busti dedicati alla teatralità greca.
Frammenti di studio e percorso umano, perle culturali del territorio celebrate in silenziosa umiltà. La stessa che contraddistingue Melani durante l’asta, mentre, divertito, mostra sorridendo i pezzi da battere al pubblico intervenuto nonostante l’ “imperdibile” occasione di veder esordire la nuova nazionale di Antonio Conte.
Da una parte, nella piazza centrale, le luci della ribalta. Poco più in là, in operoso silenzio, la cultura.