Rome incanta ma meritava di più
di Irene Tempestini
Mentre il Belpaese era sotto minaccia di Burian e in giro non si parlava d’altro che di neve e gelo, la voce cupa e vellutata di Jerome Reuter arrivava ieri notte a scaldare i presenti alla data pratese, promossa da Good Music presso l‘Exenzia Club.
Ci aspettavamo qualcosa in più come affluenza e lasciateci dire, senza se e senza ma, che chi non c’era, ha perso una grande occasione, perchè il trio di qualità ne ha dimostrata e come. Meritavano il sold out? Bhè se non artisti come loro, con un biglietto d’ingresso pari ad un cinema con poc porn e bevanda, chi quella sera almeno in zona?
Ma senza precipitare nelle solite querelle sterili che non portano a niente se non ad un profondo sgomento, lasciamo che sia la nostra signora Musica a dare il giusto peso a tutto, in questo caso a sottolineare una grande esibizione. Ricca la setlist, dall’intro Clemency, a Blighter, Slaver, Spanish Drummer, One Lion’s Roar alla potente One Fire, per un paio d’ore coinvolgenti, ed una grande performance arricchita da sonorità ricercate e dalla inconfondibile e sensualissima voce di Jerome, deus ex machina del progetto.
Bella la scelta di batteria, due chitarre e tracce elettroniche, per un live set ricco e curato nei minimi dettagli. Coinvolgente come sempre Jerome, in grado di far sentire partecipi i presenti, scherzando, rispondendo alle richieste e scattando poi, a fine concerto, foto e firmando autografi e copie fisiche.
Ci auguriamo veramente di cuore, nonostante la scarna risposta del pubblico toscano, di poter vedere nuovamente Rome, magari acclamato da un pubblico più nutrito.