Qua Rock Shots, per la neonata Qua Rock Records
di Redazione
“E se per presentare la nuova etichetta discografica realizzassimo un album?” Questo deve essere stato il pensiero che ha spinto Gabriele Bellini della Qua Rock Records, a produrre l’album Qua Rock Shots, un vero e proprio biglietto da visita per presentarsi, ed un vero e proprio album, non una compilation. Per realizzare Qua Rock Shots infatti, ogni artista è stato seguito con accuratezza, e la produzione musicale è stata curata nei minimi dettagli.
L’album contiene ben 17 tracce di altrettanti artisti profondamente diversi l’uno dall’altro. Il mix che ne deriva è di qualità e certamente lo preferiamo a qualsiasi comunicato stampa.
“Vovo” di Sic Sic! è il primo brano strumentale, in cui le chitarre sanno dare prova di sè. Segue “Body & Soul” di Alessandro Magnisi, brano in cui il compositore siciliano si lascia ispirare dalle più moderne sonorità pop. Lo stesso Gabriele Bellini si cimenta con “Endangered”, brano strumentale che unisce sperimentazioni elettroniche, chitarre metal e acustiche. Interessante l’idea e piacevole il risultato finale, con continui cambi ritmici e atmosfere sempre diverse. Non ci dispiacerebbe riascoltare la traccia accompagnata da testo e voce. Con i Craftycell e la loro “Disarm” l’album vira verso sonorità elettroniche eleganti e ben strutturate, che lasciano presto spazio a sonorità post rock. Cambi ritmici e voce interessante, per un brano dalla forte personalità. Vocalmente azzardiamo addirittura il confronto con il Bono Vox dei tempi dello Zoo Tv Tour. E’ il turno dei No One Cares, con “Niente da perdere”, brano tiratissimo dall’inizio alla fine; una scossa crossover che, non lo neghiamo, ci è piaciuta. Paolo Pantaleo con“Maleficent”, presenta una traccia strumentale di evidente stampo metal, per poi improvvisamente ritrovarci catapultati nelle migliori atmosfere synphonic metal/neoclassiche con “Gordiach (the legend of)”, brano dei Praeteritum che spicca per la voce lirica di Claire Briant Nesti.
“Fears Away”, di Pulse R racchiude in sè tante cose, talvolta troppe, com’è tipico di questa band, che ama fondere elementi rock diversi e alternativi. Di pregio la sezione ritmica che sa il fatto suo. Ci si aspetterebbe forse qualcosa di più dalla voce. Il basso è protagonista in Dade di Mirko Serra; qui lo strumento si fonde con suoni elettronici e synth, dando vita ad un brano piacevole, forse un po’ troppo ripetitivo.
La traccia seguente “Love is a lie”, dei The Insane Stage è un brano hard rock in cui le influenze sono evidenti: hard rock classico e glam rock anni ’80 in stile Van Halen, Aerosmith, Bon Jovi per capirci. Altro tuffo nell’hard rock /metal con soluzioni interessanti soprattutto per la parte vocale che unisce voce maschile e femminile di alta qualità con Pasquale Bianco e la sua “The other part of me” . Il dodicesimo brano dal titolo “Beyond Journey” porta la firma dei Graves of Nosgoth; estratto dall’album uscito nel settembre 2014, è un’ anticipazione acustica di un lavoro 100% death metal.
“Overlock” del chitarrista Bug, è un pezzo tirato, hard rock/metal tutto di un fiato, non adatto a chi ama ballare i lenti. Segue l’interessante esperimento proposto dalle Interferenze che si sono presi un bel rischio riproponendo una loro versione di “Fashion” dell’inarrivabile Duca Bianco. Fortunatamente il risultato non è affatto male, anzi ne ha lasciata inalterata la bellezza originale, aggiungendo un rispettoso tocco di modernità. Il brano successivo “Judgment Day”, di Federica Berti, è una buona prova in stile british. “Is happiness so far away?” è l’ultimo brano strumentale dell’album, in cui protagonisti assoluti sono i synth modulari. Luca Fucci non delude e dimostra di saperli usare, ottenendo una melodia elegante, ora soft ora più aggressiva, ma mai esageratamente esasperata. Gioiglorioso chiude con “Magnitudine”, brano nel quale si assiste al ritorno di Valeria Cevolani, già voce dei Disciplinatha, e che in questa canzone dà ancora prova del suo talento.
Benvenuta Qua Rock Records…