Regeneration dei J27, l’album che non ti aspetti
di Irene Tempestini
– Un grido rock si alza dalla Toscana e a emetterlo sono i J27, che tornano dopo il successo del precedente “Generazione Mutante”, con “Regeneration” (in uscita il 22 ottobre per l’ etichetta Vrec, Edizioni Tre Parole) prodotto e registrato da Pietro Foresti, mixato a Los Angeles da Rich Veltrop (System of a Down, David Coverdale) e Sylvia Massy (Johnny Cash, Slayer, System of a Down, Red Hot Chili Peppers) e masterizzato dal genio Joe Gastwirt (Jimi Hendrix, M. Jackson, Paul Mc Cartney, The Ramones, Pearl Jam).
Sette i brani che includono alcune delle tracce di Generazione Mutante tradotte in inglese, la cover Shout dei Tears For Fears e l’inedito America Dreaming, con la partecipazione più che straordinaria (perdonateci, siamo spudoratamente fans e di parte) di Tracii Guns alle chitarre.
Ed è subito l’ inedito, in apertura, a riportarci al grande hard rock degli anni d’oro, e non poteva essere altrimenti, considerata la luminosa presenza di Tracii e il background musicale a cui ci hanno piacevolmente abituato fino ad ora i J27. I suoni sono possenti e nessuna delle tre chitarre presenti nel brano, così come la sezione ritmica, ci sta ad essere un mero riempitivo. Strumenti e voce si inseguono dando vita ad una sensuale e frenetica danza di suoni, non arrestandosi mai, nemmeno nella traccia successiva, Reflection; qui c’è tempo solo pochi attimi per riprendere fiato, pronti a ripartire con suoni carichi e densi.
Nel terzo brano, Dream of a lifetime, forse il più orecchiabile nell’immediato, la band gioca il jolly della melodia vincente, riproponendo forte come sempre nei J27, l’influenza dei Guns ‘N’ Roses (un ascoltatore attento riconoscerà in alcuni punti l’accenno all’inconfondibile Rocket Queen) e di artisti del calibro di Alice Cooper. Spinto e regale l’assolo di chitarra, rabbiosa e sensuale la voce.
Un’altra breve tregua con Faces, quarta traccia, che parte slow per poi riallinearsi con i ritmi tirati e possenti dell’intero album. La voce, con una progressione affascinante, si fa sempre più potente. Coinvolgente il connubio tra voce, chitarre e sezione ritmica.
E’ il turno di Love is an Enemy e bhè, scusate il richiamo costante, ma è impossibile ascoltare il suono di un kazoo e non pensare a Slash in forza ai Guns ‘N’ Roses. Sensuali le atmosfere scelte per questo brano, e ancora una volta ottime le ritmiche, arricchite da chitarre che scartavetrano e voce potente al punto giusto. Colpi metal sul finire della canzone e l’apprezzamento per l’album non può non crescere.
Arriva anche la cover, e che cover, di una canzone storica come Shout dei Tears For Fears, ripresa, trasformata e resa gradevolmente rock (avevamo in mente un altro termine, a voi il gusto di provare a indovinare quale… non è difficile, inizia con la f).
A chiudere il cerchio perfetto ci pensa Another Sense of Me, che ritorna ai ritmi bomba che caratterizzano l’intero lavoro. Fortunatamente allacciamo sempre le cinture di sicurezza e raramente facciamo recensioni mentre guidiamo, per evitare il rischio di essere sbalzati fuori da una tale energia, che difficilmente, ahinoi, ci aspettiamo da una rock band italiana. La severità di voce, chitarre, basso, batteria scaricano sul finale dell’album tutta la loro incontenibile potenza, trovando una valvola di sfogo nel rock puro e grezzo, ottenuto senza sovraincisioni. Proprio come in un diamante grezzo, il suono acquista in bellezza e fascino grazie a piccole e volute imperfezioni. E Tracii Guns, del resto, è maestro in questo.
Regeneration è un album che non ti aspetti, ricco di suoni corposi, densi, revival dell’hard rock americano vecchia scuola, che a noi piace e tanto.
Track
- America Dreaming (feat. Tracii Guns)
- Reflection
- Dream of a Lifetime
- Faces
- Love is an Enemy
- Shout
- Another Sense of Me
Top tracks per la redazione di zest.today: America Dreaming, Reflection, Dream of a Lifetime, Love is an Enemy