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Recensione – “Run”, il poderoso ritorno degli AWOLNATION

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AWOLNATIONAWOLNATION il remix di I Am, brtano tratto da Run, a firma Steve Aoki

di Irene Tempestini

 

 

E’ così eccitante quando il secondo album di una band non solo non tradisce, ma supera di gran lunga qualsiasi più rosea aspettativa.

 

Dopo il successo del debut album “Megalithic Symphony” (2011) e della hit “Sail”, gli AWOLNATION (da scrivere rigorosamente maiuscolo) non potevano sbagliare e far rimpiangere quel che è stato. Ovviamente, quel pozzo inesauribile di creatività che è Aaron Bruno, deus ex machina della band, non ha deluso e ha dato alle stampe “Run” (Red Bull Records – distribuito da Sony, in uscita il 17 marzo), composto da 11 brani che vanno a segno  come un penetrante pugno sonoro  che spacca lo sterno, mandando  in fibrillazione il cuore e facendo tremare le viscere.

 

Ineccepibile l’abilità con cui Bruno si districa tra electro pop, nu metal, electro dance, synth pop, mettendo in piedi un’architettura sonora intelligentemente ricca di sfumature ora garbate ora sprezzanti. Run è un vero e proprio affondo emozionale, che attraverso la complessità dei suoni, ci accarezza con delicatezza, per poi renderci impotenti di fronte alla veemenza del sound che spiazza, garantendo un ascolto piacevole, coinvolgente e mai  prevedibile.

 

L’album inizia prepotentemente con la titletrack “Run”, facendo intuire fin da subito di che pasta è fatto.  Le melodie sensuali e vellutate  virano aggressivamente tingendosi di nero, ma ci pensa “Fat Face” a placare gli animi, quasi fosse un invito a respirare profondamente prima della prossima scarica elettrica che è già in agguato con la trascinante “Hollow Moon (Bad Wolf)”.  Con “Jailbreak” l’album tocca uno degli apici qualitativi dell’intero prodotto, grazie alla bellezza del cantato e all’orchestrazione musicale da pelle d’oca.

 

Non ci si annoia mai con gli AWOLNATION e “Kooks Every Where” è un candelotto di dinamite  pronto ad esplodere ad ogni colpo di batteria, mentre chitarra, basso e l’intero impianto sonoro si divertono a sfidare i limiti della virtù creativa.

AWOLNATION-Run-Album-Cover-Artwork

Con “I Am” si vola in alto e si raggiunge un altro dei picchi emozionali dell’album. Splendide le melodie e come sempre convincente il cantato. Una canzone questa, che per noi è già un inno. Altra grande prova con “Headrest For My Soul”, brano intimo, emozionante e confortante, un vero “poggiatesta per l’anima”, ed ennesimo momento clou dell’album.

 

Ma con gli AWOLNATION si sa, non ci si può rilassare troppo, soprattutto quando è in arrivo un brano come “Dreamers”, che ci scuote con rabbia e ci risveglia da eventuali torpori mentali e morali. Aaron ci grida nelle orecchie, non facciamolo arrabbiare!

 

“Windows” ben rappresenta la musicalità della band, capace di mescolare delicatezza e aggressività, gentilezza e irruenza dei suoni, con risultati originali e persuasivi. “Holy Roller” è un’altra perla di una bellezza disarmante, seguita da un brano dal beat poderoso come “Woman Woman”.  Un altro brano inno, con il titolo che si ripete nel ritornello con estrema convinzione, è “Lie Love Live Love”, che suona quasi come un monito esistenziale.

 

Sul finire ritornano in “Like People, Like Plastic” i ritmi serrati e i beat decisi e dannatamente coinvolgenti. La corsa è finita, e con “Drinking Lightning” gli AWOLNATION ci danno un dolce bacio sulla fronte e si congedano.

 

Run è un album pieno, vigoroso quanto intimo, con un sound corposo e accattivante, talvolta suadente, talvolta prepotente. Gli AWOLNATION sono tornati per strizzarci l’occhio, baciarci il collo per poi spingerci con risolutezza. Provate voi a resistere, noi siamo già spalle al muro.

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AWOLNATION “Run” tracklist 

  1. Run
  2. Fat Face
  3. Hollow Moon (Bad Wolf)
  4. Jailbreak
  5. KOOKSEVERYWHERE!!!!
  6. I Am
  7. Headrest For My Soul
  8. Dreamers
  9. Windows
  10. Holy Roller
  11. Woman Woman
  12. Lie Love Live Love
  13. Like People, Like Plastic
  14. Drinking Lightning

 

 

AWOLNATION 

Sono una band californiana di rock alternativo. Il loro debut album dal titolo “Megalithic Sympony” (2011), è stato una rivelazione per gli amanti della musica alternative. L’album è stato premiato con il disco d’oro ed è rimasto nelle classifiche di Billboard per tantissimo: 146 settimane nella Chart degli album indipendenti, 111 settimane nella Billboard Top 200, 105 settimane nella Top Rock Albums chart e ha toccato le vette delle classifiche ben 8 volte diverse. La hit “Sail” è stata sei volte disco di platino in America e il secondo singolo a rimanere più tempo nella Billboard Hot 100.

https://youtu.be/i2PsXT88UeU

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