Recensione – Dagli amici mi guardi iddio che da I NEMICI mi guardo io
di Riccardo Tronci
Un duo che mette alla prova la propria carriera perdendo il treno di Sanremo perché era ad una manifestazione NoTav a suonare. E che per mettere una ciliegina sulla torta scrive anche una canzone sulle stazioni della metropolitana torinese, chiamandola: “Fermi”.
Eppure i due si danno da fare, suonano nei locali, alle feste all’ombra della Mole, cercando di portare la propria musica ovunque, intrecciando di stazione in stazione un filo conduttore rosso, simbolo di un percorso e metafora di una trama, la vita stessa, proprio come nello stesso video della canzone diretto da Lucio Viglierchio.
Musica semplice e sottile, dove una limpida chitarra acustica fa da letto, attraversato da semplici, chiare e calde incursioni di fisarmonica. La voce parla di fatti comuni, situazioni che qualsiasi persona attraversa nella vita, da storie d’amore al bidone dei venti euro falsi. Pop leggero, candido e genuino, forse leggermente acerbo in alcune sfumature (ma anche per questo per niente artefatto), un insieme di brani che un ottimo produttore (Filippo Gatti, sei in ascolto?!) potrebbe elevare a piccolo gioiello di nicchia. Per quanto non si parli di idee nate per essere conservate con gelosia da pochi, ma di storie e musiche che vorrebbero essere colonna sonora di tutti. Leggermente sul filo di Brunori Sas, preferendo la schiettezza alle iperboli complicate, nascono canzoni familiari, fatte per scivolare in tono confidenziale, allo stesso ritmo del “dire, fare, baciare”.
Ottima espressione di musica il “Tango della Madonna”, bilanciato incontro argentino con un fare della fisarmonica che riporta a Riccardo Tesi ed un piano che si limita al ruolo di comprimario, pur sottolineando la cadenza. “Collegno” è perfetta come ouverture di un classico film all’italiana, commedia di riso amaro: intenso luminoso arpeggio che libera la serenità per poi colpire con l’incalzare del ritmo e delle parole. La leggerezza e il desiderio di stendersi su di un prato si sposano, purtroppo, facilmente con l’ortica.
“Casa tua” ci trasporta per mano nello stravagante meccanismo dei ricordi, per cui ci ritroviamo a preparare la moka nella casa di lei (o di lui), di quei giorni in cui si respirava per la prima volta la tenera intima libertà dell’essere soli. “So dov’è lo zucchero”, frase che da sola racconta il conoscersi, il sentirsi vicini, l’emozione degli sguardi complici.
“I pazzi non sanno di esserlo” e per questo esistono ancora persone pronte a contare fili d’erba e scrivere canzoni genuine, con passione e voglia di far ridere o piangere, raccontando e raccontandosi. Irridendo San Remo, irridendo i talent show, che la musica e il talento non hanno bisogno di essere presentati o di show, sanno benissimo inscenare lo spettacolo della vita da soli.
Paolo Albera e Niccolò Bosio suonano da molti anni insieme, sono amici da sempre, Nemici da tre anni. E “Canzoni Sbagliate” è il loro primo album, fatto di canzoni “un po’ beach e un po’ bitch”, derivanti dall’incrocio di numerose ispirazioni, inciso in maniera leggera, leggiadra e casalinga in Villa Pinelli.
“Fermi” è un nome perfetto per un capolinea. Anche per la chiusura di una piccola recensione. Peccato solo che chi scrive non possa vantare la nobile provenienza di una fermata come “principi”.
Troverete la loro musica su Spotify, in rete (su facebook potreste provare l’ebbrezza di chiedere l’amicizia a I Nemici) e ovviamente su Cd e in radio, dove sembrano non passare più le canzoni di Valerio Scanu. Ovvio sostenere lo slogan creato dallo stesso duo (perfetto per una t-shirt):
– amici + nemici.
Aprile sei frutta di stagione e se son rose fioriranno.
Tracklist “Canzoni Sbagliate”:
1 Apprendere Sventure
2 Cruciverba Sbagliati
3 Giornata da buttare
4 Lo Specchio
5 Frutta di stagione
6 20€ Falsi
7 Lo Schiaffo
8 D’Istanti D’Istinti
9 Lo Scrittore
10 Tango della Madonna
11 Collegno
12 Delusioni
13 Casa tua
14 Fermi
15 Il mondo è finito davvero