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Rastablanco delle Radici nel Cemento: grinta, impegno e passione

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Intervista a chitarra e voce della storica band romana

Rastablanco - Radici nel Cemento

di Riccardo Tronci

– Non c’è modo più diretto e migliore di dirlo: “certe volte pare che il mondo giri alla rovescia“. E proprio per questo è spesso necessario muoversi in sottofondo, resistere e rimanere ostinati nella propria direzione contraria. Piantando le radici, se necessario, anche nel cemento.

 

L’Italia vive una “situazione a livello musicale (e non solo)  drammatica – risponde alla nostra domanda Rastablanco, da sempre chitarrista e oggi anche voce delle Radici nel cemento – Il mainstream è totalmente legato all’immagine e al business, i nomi sono sempre i soliti e le radio passano sempre i soliti nomi, non si muove nulla“. I talent show dominano parte della scena: “Obiettivamente vedono emergere delle qualità, ma la gestione che viene fatta di questi ragazzi è aberrante: tranne qualche caso vengono spremuti come limoni, buttati e avanti un altro. Mentre la musica indipendente vive un percorso sotterraneo, senza nessun riconoscimento, nonostante muova spesso tantissima gente e risorse“.

Radici nel Cemento

Radici nel Cemento

Difficile che un  musicista, tenendo da parte i “big”, riesca a vivere di sola musica, suonare diventa tutta questione di passione, che comincia dall’amore per il proprio strumento “che sia una corda di chitarra, di basso, di violino  o una corda ‘vocale’ lo ritengo irrilevante, si tratta di una certa ossessività quasi autistica per le note” per sfociare nella propria inclinazione, che in questo caso collima con la forte necessità di comunicare, “per noi la molla principale, ma ce ne possono essere altre, meno suggestive e comunque determinanti, come la notorietà, i  soldi e le donne” (ride n.d.a).

 

E proprio di donne parla uno dei successi di sempre delle Radici “Bella ciccia” che con ironia ha anticipato il ritorno del mondo all’apprezzamento delle curve. Se oggi vediamo rispuntare i calendari “curvy”, non si tratta di una novità, piuttosto di una conferma: “La bellezza femminile è sempre stata legata nella storia alle curve, è un valore storico e culturale che risale al mondo classico, per arrivare fino agli anni ’70.  Poi si è cercato di imporre un modello differente, modello ‘velina’, contro il quale non abbiamo niente, ma che ha finito per degenerare in un’ossessione per gli adolescenti, sfociando anche in vere e proprie patologie. ‘Bella ciccia’ è andata ben oltre le nostre aspettative proprio perchè ha restituito dignità ad un’idea di bellezza tutto sommato mediterranea e quindi nostra“. L’importante è stare bene con se stessi, ci tengono a sottolineare le Radici, pur spezzando una lancia in favore del chiletto in più.

 

Rastablanco - Radici nel Cemento

Rastablanco – Radici nel Cemento

Ascoltando “Fiesta!”, racconto del tour 2010 delle Radici, come l’ultimo singolo “La Skampagnata“,  troviamo energia, ottima musica, idee ed ironia.  Una sorta di punto su ciò che la band ha fatto fino ad oggi con moltissimi episodi, collaborazioni e percorsi, anche con alcuni abbandoni, fino ad un sound proprio, unico. “Quando abbiamo iniziato, suonare reggae aveva una connotazione precisa, impegnata se non ‘militante’. I contenuti erano fondamentali, anche chi si muoveva in ambiente più mistico , vicino al rastafarianesimo, aveva comunque attenzione per i temi sociali“. Le Radici altro non sono che due crew del litorale romano che si uniscono, frequentano insieme alcuni locali e giocano assieme a calcetto. Per poi trovarsi a suonare insieme, in una formazione ‘semistabile’ nel 1994.

 

E dalla metà degli anni novanta del secolo scorso ad oggi “tantissimo impegno, grinta e passione” accompagnate dalla grande voglia di divertirsi: “diciamo che bisogna restare un po’ bambini. Anche perchè è praticamente impossibile vivere di un solo progetto, oggi più che mai è necessario diversificare la proposta, adeguandola anche a situazioni molto differenti tra loro, sia come struttura che budget. Poi ci sono i casi, tutt’altro che rari, di musicisti che si vedono costretti anche a svolgere altri lavori. Chi riesce a vivere di sola musica è un privilegiato“.

 

Determinanti nel tempo le collaborazioni con Laurel Aitken, Max Romeo e Alton Ellis, tenendo come costante ispirazione il versante laico della reggae music, da Linton Kwesi Johnson agli UB40, tenendo sempre un occhio aperto su altre contaminazioni, come il punk inglese, lo ska, il funky ed il rock. Le Radici nel cemento sono quasi per definizione una band aperta, a cui piace divertirsi e divertire, che assieme alla voglia di comunicare non abbandona la voglia di crescere nel suo percorso, seguendo sempre la propria inclinazione artistica con grande sincerità: “Al primo posto sempre chi mette l’arte e la sincerità davanti. Ho meno simpatia verso chi, per “arrivare”, è disposto a capriole e trasformismi. Anche se mi rendo conto del fascino che possono esercitare alcune scorciatoie, mi piace chi rimane fedele a se stesso, magari rimettendoci in prima persona“.

 

Radici nel Cemento

Radici nel Cemento

E anche questo è da sempre un lato distintivo di Rastablanco e delle Radici, sempre presenti in prima linea a difendere le proprie idee, muovendosi anche in concerti gratuiti in tutta Italia, a sostegno di cause sposate o di lavoratori cassintegrati o licenziati. Sempre in prima linea. Nonostante il traffico.

 

Ma il nuovo sindaco Marino è riuscito a far diminuire il “traffico de Roma”? “Negativo. Va obiettivamente detto che certi problemi sono talmente incancreniti che non credo si possano risolvere in pochi mesi, rimandiamo il giudizio a tra qualche anno. Anche se, onestamente, in questo primo periodo, in questa nuova amministrazione le ombre sembrano essere più delle luci“.

 

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