Pistoia Blues, quaranta volte grazie
Cinque serate di successo per la quarantesima edizione del Pistoia Blues Festival
di Irene Tempestini
Sono tanti quarant’anni. Sono veramente tanti se si pensa a quante cose sono successe, a come il Pistoia Blues Festival è cambiato, evoluto, a quanti nomi si sono alternati su quel palco, a quante note sono state emesse, a quanti applausi sono scrosciati, alle polemiche e alla costante paura di perdere l’evento più atteso e amato dai pistoiesi e non. Chi scrive, è risaputo, ama tantissimo questo festival e lo aspetta ogni anno come un bimbo aspetta il regalo la mattina di Natale; per questo è quasi una missione provare a rendere in scrittura la bellezza di questo evento, che per onorare la sua quarantesima volta ha regalato a tutti noi un’edizione indimenticabile.
Dopo i cinque giorni appena trascorsi del Pistoia Blues (5 – 10 luglio), gli organizzatori si sono seduti trionfalmente sul Trono di Spade (e loro di spade e soprattutto di affondi se ne intendono, visti quanti ne hanno ricevuti in passato) sbaragliando discredenti e mistificatori, rimasti muti all’angolo, magari seduti a loro volta su un trono, ma di chiodi appuntiti e arrugginiti!
La prima sera il regalo dei regali, ingressi aperti e grande musica a costo zero. In cambio solo il piacevole compito di godere della musica strepitosa e di spettacoli visivi unici, a firma Black Stone Cherry, Ana Popovic, preceduti da Lambstone, Filippo Margheri, Blues Kids e Gianna Chillà. Un susseguirsi di talenti che hanno aperto le danze di quella che si è capito fin da subito, sarebbe stata l’edizione dei sorrisi a trentadue denti.
A tenere alti gli entusiasmi ci hanno pensato i fratelli Leto, Jared e Shannon, che nella serata di sabato hanno colorato Piazza Duomo di selfie, ragazzi festanti fatti salire sul palco, palloni e orpelli vari a fare da coreografia ad un live apprezzatissimo dal popolo super social dei Thirty Seconds To Mars, con un Jared sempre più aitante e sempre più calamita vivente.
Domenica un omaggio alla grande musica rock e blues, con gli eccellenti Eric Gales e Robben Ford, quest’ultimo vecchia conoscenza del Pistoia Blues. Il diluvio universale delle prime ore della giornata, che ha obbligato Gales ad atterrare a Bologna, facendo temere, come riferito anche da lui stesso al pubblico, di non riuscire ad arrivare in tempo, non ha rovinato fortunatamente uno spettacolo coi fiocchi. La buona stella, bisogna dirlo, ha protetto fino all’ultimo questa 4oesima edizione!
Lunedì ha rappresentato per molti, compreso chi scrive, un eccitante e malinconico tuffo a ritroso, grazie al bel concerto dei Noel Gallagher’s High Flying Birds, che hanno regalato una setlist a dir poco lussuosa, proponendo anche alcuni dei pezzi storici degli Oasis. Ok, mancava Liam, ma la commozione e l’emotività di quell’ora e mezza di concerto si tagliavano a fette. Per questo vorrei tanto ti arrivasse il mio personale grazie Noel. Degni di nota anche i The Ramona Flowers in apertura. La band di Bristol farà sicuramente parlare di sè.
Ma come chiudere un compleanno così importante, che doveva confermare al mondo intero, che il Pistoia Blues è più in forma che mai? Invitando uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, Ben Harper & The Innocent Criminals, ovviamente. Due ore di talento allo stato puro, di musica e coinvolgimento, di vera Bellezza. Nient’altro che incanto ed una piazza totalmente rapita. Più che un gradito ritorno, quello di Ben a Pistoia è stato un vero sogno che si è materializzato e che resterà per sempre impresso in ogni centimetro di Piazza Duomo.
E quindi? Tutto bello ma le polemiche? Ci sono sempre le polemiche intorno al Pistoia Blues quindi? Numeri? Confronti con gli altri festival? Bancarelle? In tutta onestà chi scrive non ha volutamente ascoltato nessuna fastidiosa ‘zanzaretta’, perchè ogni sterile polemica intorno ad un evento così dispendioso di energie e denari, che comporta fatica e tanta apprensione, ma che alla fine regala un vagone di emozioni, merita solo l’appoggio di chi ama la musica live e di chi aspetta ogni anno luglio per vedere la sua città indossare i panni più belli. Per non parlare poi del supporto e del rispetto doverosi nei confronti delle persone che ci mettono la faccia, le tasche e talvolta anche le terga.
Quelle terga che ora possono riposarsi sul meritato Trono di Spade, perchè è lì che devono stare a godersi il successo ottenuto e il rispetto e l’ affetto da parte del popolo del Pistoia Blues. Quaranta sono andati, ora aspettiamo trepidanti la prossima edizione, because maybe, you’re gonna be the one that saves me, and after all you’re my wonderwall …
Al prossimo anno mio amatissimo Pistoia Blues.