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Paul is Dead, men

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paul is dead

di Riccardo Tronci

 

 

Hanno ammazzato Paolo, Paolo  è vivo. Se vi sono molte persone ben convinte che Elvis, Hitler, Senna ed altri ancora siano tutti vivi e vegeti (chissà, magari tutti assieme), il gruppo dei sostenitori della morte di Paul McCartney è ben più affollato. Il motivo è semplice: le prove sono molte ed alcune (quasi) inconfutabili. Che si tratti di un gioco, inscenato dagli stessi Fab Four, oppure della realtà, disseminata in indizi tra copertine, testi macabri e allusioni continue, la storia di Paul assume contorni davvero misteriosi. La vicenda ha un nome, una sigla: P.I.D. Paul Is Dead.

Paul McCartney sarebbe morto nel 1965 o nel 1966, ma la teoria più accreditata è quest’ultima. A dargli nuovamente vigore, insieme ai mille riferimenti rintracciabili, uno studio tutto italiano elaborato sulle foto di
McCartney, applicato al volto. Francesco Gavazzeni (informatico) e Gabriella Carlesi (medico legale specializzato nell’identificazione di persone attraverso craniometria e odontologia forense), già noti per aver lavorato sul mostro di Firenze, sull’attentato a Giovanni Paolo II e sull’omicidio di Ilaria Alpi, hanno applicato le tecniche medico-forensi di comparazione biometrica su gruppi di foto del baronetto. Il team scientifico ha analizzato due foto precedenti e due successive al 1966, rilevando delle incongruenze altamente improbabili.

In primo luogo Gavazzeni si è accertato di avere foto in ottima definizione e ben datate, una volta stabilità l’idoneità dei campioni, li ha ridotti alla medesima scala, usando come paragone la distanza tra le pupille, facendo in modo che risultasse la medesima. A questo punto è stato possibile verificare come, con grande stupore, la curvatura frontale della mandibola fosse diversa, allo stesso modo dell’arco formato dalla mandibola stessa. Ma non solo: la linea formata dalle labbra è differente, come anche alcune caratteristiche dell’orecchio, non modificabili chirurgicamente. Le configurazioni di denti non corrispondono assolutamente, mostrando spazi differenti, e l’aspetto del palato (stretto prima del 1966 e ampio dopo) è differente. Il team scientifico italiano ha concluso il suo studio dicendo semplicemente che, trattandosi di un personaggio famoso, per avere una certezza approfondita sarebbe necessario un esame del Dna. Giusto per essere certi di non stare sparando in mezzo al mucchio.

paul is deadIl fatto è che Paul McCartney si è sottoposto già una volta al test genetico, creando più confusione che altro. Dobbiamo tornare indietro, nel 1962, i Beatles affrontano una tournè in Germania. Da una presunta storia con una fan, Erika Wholers, nasce una figlia, Bettina, che rivendica proprio McCartney come padre. Il bassista dei Beatles non riconosce Bettina come sua figlia, e tuttavia accetta di pagare 30mila marchi tedeschi per il suo mantenimento. In seguito, una volta adulta, Bettina è riuscita a far sottoporre Paul ad un esame genetico, che ne ha confermato l’estraneità. Non ci sarebbe niente di cui meravigliarsi, se non fosse per la cifra pagata nel 1967 dal Beatle.

Ammettiamo la presenza di “Faul” (così lo avrebbe definito Lennon, sempre abilissimo nei giochi di parole) attuale e dell’avvenuta morte di Paul. Come sarebbe morto? Vi sono molte versioni a riguardo, la più gettonata parla di un incidente avuto con la sua Aston Martin, nel quale, complice una distrazione, McCartney avrebbe sbandato e perso la vita in un impatto (probabilmente con un camion, oppure contro un albero). La sua testa sarebbe stata decapitata o comunque risultata irriconoscibile alle persone. Anche il contesto risulta differente a seconda delle interpretazioni, per alcuni Paul era appena uscito dallo studio di registrazione (avrebbe accolto in macchina una autostoppista di nome Rita), per altri Francia, dove in effetti Paul disse di trovarsi, in vacanza con la sua fidanzata.

paul is dead

Curiosamente dall’album “oldies but Goldies” inizia a comparire nelle copertine una macchina, una Aston Martin. In alcune copertine l’auto punta contro la testa di Paul (in Oldies but Goldies si tratterebbe di un Faul disegnato stile anni ’20), mentre in Sgt. Pepper’s Lonely Hearths Club Band si troverebbe in mano a una bambola, con gli interni insanguinati e accostata ad un guanto da guida insanguinato. Ancora una Aston Martin “attraversa” la testa di Paul nel video di I’m the Walrus e un incidente di auto è all’inizio del testo di A day in the life, capolavoro di Lennon.

Secondo molti proprio A day in the life suggerirebbe numerose prove della morte di Paul ai suoi fan, parlando di un “fortunato” uomo che ha compiuto il passo, morto in un incidente d’auto in cui ha perso la testa, “non si era accorto che la luce era cambiata“, riferendosi a un semaforo con ogni probabilità.

I read the news today oh boy
About a lucky man who made the grade
And though the news was rather sad
Well I just had to laugh
I saw the photograph
He blew his mind out in a car
He didn’t notice that the lights had changed
A crowd of people stood and stared
They’d seen his face before
Nobody was really sure
If he was from the House of Lords

Faul o Paul McCartney non ha mai ammesso di aver fatto un incidente del genere (ma sua figlia ha dichiarato che il padre non parla volentieri di quell’episodio), ma solo di essere stato coinvolto in uno con Tara Browne, amico e nobile inglese, rampollo dei proprietari del marchio Guinness, mentre viaggiavano in motorino. In realtà la canzone sembrerebbe proprio dedicata a Browne, morto nel 1966 in un incidente d’auto.

Nell’album Sergeant Pepper’s Lonely Hearth Club Band vi sono numerosi richiami alla morte di Paul. Il primo e più evidente è la composizione floreale a forma di basso, che sembra realizzata appositamente per un funerale. I Beatles, sia quelli realizzati con la cera sulla sinistra che quelli disposti intorno alla grancassa, sembrano essere a un funerale. L’idea di tutta la copertina sembra essere quella della sepoltura dei Beatles per fare largo alla nuova band.

paul is deadLa grancassa merita attenzione. E’ l’unica parte della copertina realizzata non da Blake, ma da un artista sconosciuto: Joe Ephgrave (Epitaph + Grave?). Di lui non abbiamo notizie, né precedenti e tantomeno posteriori, ma sappiamo che ha realizzato una scritta che può avere un’altra lettura. Ponendo uno specchio sulla scritta Lonely Hearts, rivolgendolo verso l’alto, si ottiene una srota di lapide che recita la scritta: 1 one 1 He Dies, interpretabile in differenti modi: 1 1 1 He dies (ovvero tre Beatles sono rimasti, uno è morto), oppure come data (11 novembre o 11 settembre).

Paul è l’unico ad indossare una divisa con un simbolo sulla spalla: OPD. Secondo i sostenitori della teoria PID varrebbe come “Officially Pronunced Death”, ma McCartney sostenne essere semplicemente il simbolo della polizia dell’Ontario. In una foto all’interno Paul è inoltre l’unico di spalle. Gli schizzi preparatori della copertina rivelano come nel basso realizzato con una composizione floreale si possa intravedere la scritta “Paul” e l’intenzione di mettere al centro una tomba con solo tre persone in contemplazione.

Magical Mistery Tour ha più di una allusione alla vicenda PID. In primo luogo la scritta Beatles vista allo specchio rivelerebbe un numero (5371438), si narra che chiamandolo alcuni abbiano udito una voce registrata dire: “Ti stai avvicinando”. Sulla copertina del disco Paul è rappresentato come un tricheco, mentre all’interno dell’album è John a cantare “I’m the walrus” (Io sono il tricheco, appunto). Anche in questa canzone sono molte le “prove”: costruita come un intreccio di nonsense in parte ricavati da Lewis Carrol, è forse possibile leggerci qualsiasi cosa. Il testo comincia con un intreccio di persone (io sono lui, come tu sei lui, come te sei me e siamo tutti insieme) per poi parlare dell’uomo uovo (Humpty Dumpty secondo molti, cioè l’uomo uovo di Lewiss Carrol, che cadendo dal muro si spezzò in pezzi che gli altri non riuscirono a rimettere assieme). Il tricheco secondo alcuni è allusione all’aspetto di Paul morto, per altri un simbolo di trapasso o sventura. La canzone termiuna con un passaggio del Re Lear di Shackespeare, secondo la tradizione registrata quasi a casaccio o per fortuna da Lennon, secondo i sostenitori di PID indicativa. Al termine del brano si può sentire: “Oh morte inopportuna (…) cosa? Egli è morto?!”.

All’interno del medesimo album, in “Glass onion” (per alcuni bara di vetro), Lennon dice chiaramente: “Ti ho narrato di me e del tricheco, amico/ Sai che non possiamo essere più vicini di così, amico/ Bene ecco un altro indizio per tutti voi/ Il tricheco era Paul/ In piedi sulla spiaggia di ferro, sì“. Alcuni sostengono addirittura che il corpo di Paul sia stato ritrovato in Francia, su di una spiaggia.

paul is dead

In Strawberryfields forever, singolo tenuto fuori dall’album precedente e qui incluso, si può ascoltare John dire “I buried Paul” (ho seppellito Paul) al termine. Tuttavia lo stesso Lennon ammise di aver detto “cranberry sauce” (salsa di mirtillo).  In Don’t pass me by, Ringo canta “Eri in un incidente di macchina e hai perso i tuoi capelli“. In una delle foto interne all’album Paul è ritratto in divisa militare, dietro una scritta “I was” (io ero). In una vignetta interna Paul gioca con un’automobile, mentre in una foto è l’unico dei quattro ad indossare un garofano nero (gli altri ne hanno uno rosso appuntato alla giacca bianca). A chiarimento i Beatles dissero semplicemente che “erano finiti i garofani rossi” (?) e tuttavia nel balletto fotografato Paul riceve addirittura un mazzo di fiori neri.

Una scritta ad inizio album chiede al pubblico se sia pronto ad essere guidato da “4 o 5 maghetti” tra le nuvole, eppure nel disegno accanto, i maghetti (ovvero i Beatles) sono ovviamente quattro. Chi sarebbe il quinto?

Abbey Road mette il punto finale alla vicenda, rendendola ancora più intrigante. Alcuni dei particolari in copertina vengono attribuiti da molti al caso, ma non è realmente possibile pensare che i Beatles, avanguardisti del marketing, non tenessero a ogni particolare, anche subliminale, della loro produzione. Ecco la mitica copertina, i Fab Four che attraversano la strada. Paul è al centro ed è l’unico senza scarpe. Le foto scattate prima dello shooting ufficiale lo vedono in sandali, motivo per il quale si desume che fosse già un particolare stabilito della rappresentazione. Paul ha in mano una sigaretta. Nella mano destra, quando Paul è mancino. I quattro sembrano rappresentare con i colori dei vestiti e gli atteggiamenti una processione funebre. Dietro di loro un maggiolone, sulla cui targa si legge “28 IF” (28 se). Paul, dicono i sostenitori del PID, avrebbe avuto ventotto anni se fosse stato ancora vivo.

Altre”prove” decantate spesso sono la diversa statura di Paul dopo il 1966, appare sempre più alto, il fatto che i Beatles abbiano deciso improvvisamente di cambiare look con tanto di baffi e barba proprio dal 1966, quando Faul avrebbe dovuto mascherare alcune diffrerenze e soprattutto lo stop ai tour: i Beatles non si esibiranno più dal vivo, se non nel famoso concerto sul tetto, dopo anni.

Le evidenze fisiche presentate ad inizio articolo sono certamente rilevanti, tuttavia è necessario porsi una domanda: quello rappresentato è realmente Paul? Sappiamo, infatti, che tutti i Beatles usavano sosia per le più disparate occasioni. La Aston Martin di Paul è stata recentemente restaurata (in Italia, lo conferma il ricercatore Donato Pastore), il restauratore intervistato ha ammesso come la macchina presentasse dei danneggiamenti dovuti ad un incidente frontale rilevante (una rientranza di almeno mezzo metro del cofano) dell’anno 1966 e tracce di sangue (a strisce) all’interno. La casa discografica creata dagli stessi Beatles che compare per la prima volta in Sgt Pepper’s, si chiama Apple Corps LTD, secondo i sostenitori del PID un gioco di parole, A PAUL CORP (o CORPSE, cadavere) LTD.

Una domanda non trova risposta: perchè? Alcuni scrivono ipotesi in cui a fare l’attore principale sarebbero i servizi segreti (impauriti dalle conseguenze della diffusione della notizia), altri parlano semplicemente di un gioco sfuggito di mano e molte altre ipotesi sono possibili (figurarsi ne abbiamo trovata una grottesca quanto allucinante che parla di cospirazione ebraica! http://www.hugequestions.com/Eric/TFC/FromOthers/Paul-McCartney-Italian-I.html). La cosa certa è che il Paul attuale si è contraddetto numerose volte sulle domande a riguardo e che il giorno stesso dell’uscita su Wired dell’articolo riguardante le ricerche di Carlesi e Gavazzeni era da David Letterman, pronto a scherzarci su. Non solo il suo album live del 1993 si intitola proprio “Paul is Live”, in copertina ha una foto di Abbey road e mostra Paul sulle strisce, con un cane al guinzaglio. Questa volta indossa le scarpe e dietro di lui la targa di un maggiolino recita 58 IS.

 

 

 

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