L’altra metà del cielo. In mostra il culto privato
di Redazione
L’altra metà del cielo. Sante e devozione privata nelle grandi famiglie fiorentine nei secoli XVII-XIX
Firenze, Museo di Casa Martelli
7 dicembre 2014 – 8 marzo 2015
e
Firenze, Villa La Quiete
12, 13, 19, 20 dicembre 2014
gennaio – marzo 2015 (visitabile solo il venerdì)
Il culto della devozione privata delle grandi famiglie fiorentine tra Seicento e Ottocento rivive nella mostra dislocata nelle due sedi di casa Martelli e Villa La Quiete a Firenze, inaugurata sabato 6 dicembre. Esposte troviamo 165 opere, alcune inedite (come la Croce Martelli, Sant’Agostino scrive sul cuore di santa Maria Maddalena de’ Pazzi, di Cosimo Ulivelli, il Ritratto di suor Diomira Allegri di Carlo Dolci), tra dipinti, sculture, reliquiari, oggetti sacri, messe insieme grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino e l’Università degli Studi di Firenze (DIPINT Dipartimento Interistituzionale Integrato dell’Azienda Ospedaliero Sanitaria di Careggi).
L’esposizione L’altra metà del cielo segue idealmente la mostra “Sacri Splendori” da poco conclusasi a Palazzo Pitti (Museo degli Argenti), focalizzata sul tema della devozione proclamata in pompa magna dalla famiglia Medici, ostentazione che non ritroviamo nella famiglia Martelli, il cui approccio alla spiritualità e alla fede risulta essere stato più intimo e probabilmente anche più sincero.
La direttrice del Museo di Casa Martelli e della mostra, Monica Bietti, sottolinea che questa mostra presenta un argomento che appassiona,” il culto dei santi, o meglio delle sante, le implicazioni religiose, il sentire sociale in un’epoca che va dal Seicento all’Ottocento e trova i Martelli, le famiglie fiorentine e l’intera città legata a rituali sacri o anche scaramantici alcuni conosciuti, altri ormai desueti”.
Oltre ad alcune opere inedite, anche le sedi ospitanti offriranno novità interessanti: per l’occasione saranno visitabili al pubblico stanze solitamente inaccessibili di Villa La Quiete.
Il percorso espositivo è suddiviso in due sezioni. Il primo ha sede in Casa Martelli e inizia con un’introduzione storica sulla devozione a Firenze e sul culto che la famiglia Medici e il patriziato fiorentino riservarono, tra il XVII e il XIX secolo, ai santi loro concittadini e alla Santissima Annunziata di cui si espongono testimonianze della devozione all’immagine attraverso i riti, le cerimonie e i doni di cui il santuario è stato testimone. Si prosegue con l’aspetto più intimo del culto, quello vissuto nei palazzi, affidato all’esposizione di reliquie, libri, piccoli altari portatili e immagini devozionali soprattutto per la santità al femminile di cui le maggiori testimoni sono Maria Maddalena de’ Pazzi (Firenze, 1566 – 1607; can. 1669), Caterina de’ Ricci (Firenze,1522 – Prato, 1590; can. 1746), illustre ava della Caterina che sposò nel 1802 Niccolò Martelli, e Giuliana Falconieri (Firenze, (1271(?) – 1341, can. 1737).
Particolare attenzione è rivolta al culto mariano, ripercorrendo, attraverso le impressioni e i commenti dei visitatori, i pellegrinaggi alla Santa Casa di Loreto. A conclusione, il collezionismo di oggetti sacri, un vero mondo di tesori da scoprire,dove sarà esposta, collezione di meraviglie, una raccolta di opere ed oggetti di squisita fattura che testimoniano un ambito meno noto del collezionismo.
La sezione della mostra di Villa La Quiete si sviluppa in alcuni ambienti, fra cui la chiesa e il coro basso. Nella chiesa sono esposte – in aggiunta alle opere d’arte già presenti – alcune testimonianze sulle due fondatrici dell’istituzione religiosa La Quiete, Eleonora Ramirez de Montalvo e la Granduchessa Vittoria della Rovere. La Quiete oltre a formare le bambine della nobiltà fiorentina, accoglieva donne per lo più provenienti dalla nobiltà, desiderose di vivere liberamente, senza voti, nella separatezza e nella preghiera. Nel coro basso si possono ammirare le commissioni di Anna Maria Luisa de’ Medici, nipote di Vittoria, ultima dei Medici, legatissima alla Quiete, e alcuni manufatti di eccezionale valore artistico e documentario per la spiritualità delle Montalve.
Ingresso gratuito