La ceramica popolare in mostra al Museo di Palazzo Davanzati

Giu 15, 2015

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Ceramica popolare, Pentola, sec. XIX, manifattura di Montelupo Fiorentino o “Vecchia Toscana”, Cantagrillo, Vinci

di Redazione

Senza la quotidianità del vivere umano una casa sarebbe solo un guscio vuoto. A riempirla di vita non sono solo le voci, i pianti, i sorrisi, ma anche gli oggetti di uso domestico che fanno inevitabilmente parte delle nostre esistenze. La mostra “Il sole in casa: la vita quotidiana nella ceramica popolare italiana dal XVI al XXI secolo” nel Museo di Palazzo Davanzati a Firenze, ha proprio l’intento di esporre oggetti di uso domestico di ceramica popolare, riferibili ai secoli dal XVI al XXI, provenienti da varie aree geografiche di diverse regioni italiane e da collezioni pubbliche e private.

Curata da Eve Borsook, Rosanna Caterina Proto Pisani e dalla direttrice stessa del Museo di Palazzo Davanzati, Brunella Teodori, la mostra è prevista nell’ambito degli eventi collegati all’Expo di Milano e propone gli oggetti mettendone in risalto le diverse tipologie a seconda della regione di provenienza.

Saliera, datata 1745, manifattura di Ariano Irpino, Campania (Museo di Palazzo Davanzati)

L’esposizione è costituita da 115 oggetti di proprietà pubblica e privata e comprende saliere, scaldamani, lampade, scaldini, orcioli, bacili, calamai, brocche, boccali, piatti, vassoi, catini, centrotavola, disposti nella sala mostre a pianterreno.

Nucleo centrale della mostra sono i 15 pezzi facenti parte della collezione permanente del Museo di Palazzo Davanzati, costituiti dalle saliere e dalle scarpette scaldamani di provenienza campana e abruzzese dei secoli XVII e XVIII, che sono stati trasferiti nella sala-mostre per dialogare con le opere provenienti dai prestiti.

“Il sole in casa: la vita quotidiana nella ceramica popolare italiana dal XVI al XXI secolo” è visibile dal 13 giugno fino al 12 ottobre, dal lunedì alla domenica, con orario 8.15-13.50; nella giornata di venerdì l’orario di chiusura sarà alle 18.50.

Da segnalare che il museo è chiuso nella seconda e quarta domenica del mese e nel primo, terzo, quinto lunedì del mese.