#ioleggoperchè
di Riccardo Tronci
Lanciare il messaggio di #ioleggoperchè è un po’ come buttare una bottiglia con dentro il messaggio di SOS dentro il mare: le speranze che il messaggio arrivi sono tante quante la possibilità di vivere dentro una favola. Per cui se molto difficile è certamente l’impresa di convincere qualcuno a leggere semplicemente mostrandogli un invito a leggere, noi di ZestToday proveremo a farlo, se non altro, sollevando le onde, sbatacchiando la bottiglia sulle onde, in modo da destare quantomeno l’attenzione dei paguri fermi sugli scogli. Preparatevi ad un piccolo inno alla gioia, semplicemente perché leggere è proprio questo: gioia.
Il primo amore non si scorda mai. E non stiamo parlando di robetta futile come le migliaia di sfumature di grigio, rosso, bianco, nero e bianconero se siete juventini. Un adolescente si avvicina a un libro se e solamente se quelle pagine parlano di lui. C’è tutta una serie di libri che solo gli adolescenti possono capire (ma non scritti da adolescenti, cosa che fa di alcuni scrittori puri geni) e che parlano di inadeguatezza, odio, rumore, corse in motorino, fughe dalle persone in divisa, adrenalina e semplicemente spaccare qualsiasi cosa si frapponga tra l’oggi e il futuro.
Visto che il futuro è altamente improbabile. Un passo dopo Salinger e Holden Caughfield (leggetelo anche lui, però: JD Salinger, Il giovane Holden), quattro vespe 5 special e qualche stupro avanti a Jack Frusciante, un adolescente non può perdersi Bastogne.
- Bastogne (Enrico Brizzi) è un libro di sangue, violenza e amicizia. Un patto tra quattro amici, violato da uno e uno soltanto, pronto a rifarsi un destino allo specchio pur sacrificando gli altri. Un libro che inizia con uno stupro, che calibra ogni singola parola, con una colonna sonora da urlo (dai Righeira ai PIL), di gruppi forse non conosciuti oggi ai più, ma che avrebbero semplicemente demolito X Factor con due note. Punk, feste private, sindoni e violenza portata all’estremo, conclusa dalla più forte della dimostrazione di amicizia. Un quartetto d’archi per una guerra privata. This is not a love song
Splash. La bottiglia nell’acqua ha fatto rumore, ma nemmeno troppo. Si è incuneata mirando verso il fondo, ma l’abbiamo vista risalire fin troppo velocemente. Necessario più rumore, dobbiamo richiamare i paguri, le cozze e i granchi in ascolto, vogliamo insegnare ai gamberi a camminare in avanti.
- Come Dio comanda (Ammaniti) “Sei un coglione completo. Ancora credi alla stronzata che chi sa fare arti marziali sa fare a botte. Ma tu che minchia hai imparato dalla vita? Come cazzo ragioni? Ah, ecco… Ho capito! Tu credi a quello che si vede in televisione: è così che impari a vivere, dillo! Vedi i cartoni animati dove la gente fa kung fu e le altre stronzate e credi che bisogna essere Bruce Lee o qualche altro coglione cinese che invece di menare fa le acrobazie e gli urletti. Non hai veramente capito un cazzo. Sai cosa ci vuole per menare? Lo sai o no?! – Cristiano scosse la testa – È tanto semplice, la cattiveria! La cattiveria, Cristiano! Basta essere figli di mignotta e non guardare in faccia a nessuno. Può pure essere Gesù Cristo nel tempio che si fa rodere il culo, ma se sai farci lo butti giù come un birillo (…)”. Fate spazio bambini per bene. Sfidiamo chiunque a non diventare sostenitore di un nazista incallito e di suo figlio. Ancora violenza, senso di rivalsa, inutilità di uno Stato che è presente solo per controllare, poco lavoro e difficoltà di rapporto tra padre e figlio. E insieme, l’amore più forte e senza riserve che si sia mai scritto. Piccola avvertenza: il libro non è come il film. Molto più bello. E violento.
Questa volta la bottiglia si è schiantata precisa sugli scoglietti vicini. Nessun SOS verrà portato più in là dalle onde. Tanto vale riprovarci, andare più a fondo e magari provare a svegliare qualche luccio dormiente sul fondo. Oppure cambiare bersaglio e mirare a qualche gabbiano. Senza alcuna velleità di prenderli, ci mancherebbe, con la sola idea di abbattere in un colpo la stupida narrativa esoterica di quel pennuto di nome Livingston.
- Mr Vertigo (Paul Auster) Volare è possibile, cosa credevate? Ma è questione di sacrificio, di fisico, di esserci portati e di addestramento. Nessun gatto insegna a nessuna gabbianella, non esiste uno smarcarsi dal gruppo imparando a tendere le ali, per quanto questa possa essere una brutta notizia. Starsene appesi una intera notte, oppure sul fondo di una buca, tuttavia, aiuterà, statene certi. Lo dice l’uomo del circo e non avete nessun motivo per dubitarne. Consigli per l’uso: mentre leggete vi sorprenderete a provare a volare. Non preoccupatevi, è semplicemente normale.
Se siete arrivati fin quaggiù, nel profondo di questo articolo, se avete seguitato a leggere dopo i primi spunti, allora o siete lettori forti, o gamberi che stanno imparando a camminare in avanti. Per cui poco importa il gettare o meno altre bottiglie o scrivere altri messaggi di SOS. Semplicemente continuiamo a volare dalle pagine di Paul Auster ad altre ancora, abbandoniamo pure la Terra, questo nostro caro ed insulso pianeta. Tanto tra breve la distruggeranno i Vogon.
- GUIDA INTERGALATTICA PER GLI AUTOSTOPPISTI (Douglas Adams) Nessun altro libro è capace di far ridere così finemente fin dalla prima pagina. Un concentrato dissacrante di fantascienza, filosofia, genialità e assurdità. Non esiste un vero confine dell’assurdo per Adams, o se esiste è stato proprio lui ad imporlo e segnarlo con questa pietra miliare, prima di una saga ricca di rivelazioni. Un’anticipazione: questo libro contiene la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto. 42.
Chi tra gli scrittori riesce a mettere al centro la vita, e lo fa senza risultare vomitevole e banale, e lo fa senza voler sconfinare oltre quella pozzanghera marrone che è la vita, quello è un poeta. Siate diffidenti, sempre, nel tendergli la mano, siate pure diffidenti del sorriso calmo e austero con cui lui porge la sua. Può portarvi in terreni desolati, così intensamente annebbiati dal dolore da segnarvi.
- BROTHERS (Yu Hua). Magari della Rivoluzione Culturale non ve ne interessa niente. Ma non importa. Qui inizia tutto da un uomo che si sporge ai bagni per vedere le donne, finendo nella latrina comune. Morendo. Ecco la mano tesa, di un autore formidabile, sul podio dei migliori del secolo, l’inizio è grottesco, quasi ridicolo, pieno di armonia.
Avevamo detto che leggere è gioia. Ma certamente, avevamo mentito a dirla solo così: è anche dolore. Profonda empatia con le vicende narrate, spazio infinito che si allarga senza consumarsi in vicende che non ci riguardano in prima persona, ma che ci coinvolgono tanto da farci camminare in due dimensioni parallele, quella reale e quella del libro. Leggere è danzare. Leggere è imparare nuovamente a credere ai mostri, scoprirsi ingenui e fantasiosi liberando tutta la propria capacità di astrazione.
- 1q84 (Haruki Murakami) Tre volumi, un bel malloppo. Meglio, ci sono più sentimenti da divorare, attimi di cui cibarsi, suggestioni da raccogliere. Una storia che vede protagonisti due ragazzi, coetanei, cresciuti con simili problemi relativi alla famiglia, componendo ognuno un universo peculiare. Ma quello che si troveranno ad affrontare va oltre qualsiasi immaginazione. Un altro sole in cielo. I Little People. La crisalide d’aria. Tutti, arrivati alla fine, si chiedono se abbia o meno un senso. Per quanto ci riguarda è il capolavoro del maestro giapponese, un libro come se ne legge, forse, uno all’anno, uno dei pochi capace di rapirti e ingoiarti. Fatemi divorare e divorate.
La chiusura è sempre lasciata al pezzo forte, al “bis”, come nei concerti. Uno finge di andarsene e poi torna acclamato sul palco, in una finzione che non ha molto di comprensibile, che tanto tutti lo sanno che il primo saluto è solo un “arrivederci”. Per cui l’ultima munizione, la pentola d’oro nascosta in fondo all’arcobaleno, è quella con cui vi lasciamo. In questo ultimo caso non è tanto il libro, ma l’autore, lo spirito libero più straordinario dell’ultimo secolo, l’unico capace di vergare cose così nobili e stravaganti con la stessa semplicità con cui un bambino schizza su di un foglio. Leggete tutto quello che potete di lui, lo troverete sempre entusiasmante, troverete le sue frasi ottime compagne di vita e le sue persuasioni indicazioni di viaggio. Signore e signori, Kurt Vonnegut.
- LA COLAZIONE DEI CAMPIONI (Kurt Vonnegut) Nella prefazione l’autore dice: “A cinquant’anni sono programmato a comportarmi in modo infantile: vilipendere il “Vessillo a stelle e strisce”, scarabocchiare una bandiera nazista, un buco di culo e tante altre cose.” E il lettore si trova tra disegni di culi e vagine, ironia sconfinata sulla società americana (ma se vogliamo occidentale in genere) e lucida capacità di analisi. Una storia a metà tra la guida per un alieno e una dissacrante analisi spietata dei comportamenti umani nella società. L’uomo e il suo comportarsi bizzarro, il suo trovare soluzioni complesse anche in luogo di risposte semplici e sotto mano, è sempre al centro degli scritti di Vonnegut, da Mattatoio n°5 a Madre Notte e ancora più in là. Qui la storia è tutta affidata a un incontro bizzarro, tra il signor Hoover e l’ormai mitico (per quanto sconosciuto) scrittore di fantascienza Kilgore Trout.