Intervista – Morgan Zabini, il promettente ‘alchimista’ dell’elettronica made in Italy
di Irene Tempestini
L’elettronica non è musica. Partiamo rinnegando subito la più grande fesseria mai uscita dalla bocca e dalla penna di qualcuno che, con chi scrive, non potrebbe condividere niente, nemmeno l’ultima bustina di zucchero al bar. Detto questo, se state proseguendo nella lettura e non siete corsi a fare scorta di zucchero (tranquilli, il caffè lo preferisco amaro e quella insignificante bustina ve la lascio), con piacere vi presentiamo un promettente alchimista dell’electro music, Morgan Zabini, che teniamo volentieri a battesimo visto che questa è per lui, in assoluto, la prima di una, speriamo, lunga serie di interviste, citazioni o quel che sarà.
Milanese, una famiglia e un lavoro come tutti di giorno, pardon, come tutti vorrebbero, di notte si trasforma in producer, mettendo testa, cuore e mani in quella che è la sua più grande passione, la musica, e nello specifico la musica dei beat, dei synth, delle drum muchine, dei campionatori, degli eco, dei droni.
Fervido ascoltatore e spugna prima, ha deciso poi di cimentarsi nella produzione di brani suoi, chiudendosi nella “bottega” ricavata tra le mura domestiche.
Una sfida coraggiosa contro tutti e, prima di tutto, contro se stesso, perchè spesso, purtroppo, siamo noi a porci dei limiti, là dove invece dovremmo buttarci senza paura e fare quello che ci rende veramente liberi, ovvero, dedicarsi all’appagamento delle nostre passioni.
Nel caso del producer Morgan (nel leggere si emozionerà sicuramente, come accade, fortunatamente, a tutti gli artisti emergenti), il guanto di sfida è stato raccolto e l’EP dal titolo MGN è il risultato di quella che crediamo possa dirsi una piccola, ma gran bella, prima vittoria.
Vibra, Waiting… in deep, Me and myself, Nella mia testa, A nice mood, sono le cinque tracce racchiuse nell’album, qualitativamente buone e ricche di spunti interessanti. In particolare ne apprezziamo l’uso ponderato e consapevole di effetti di cui spesso i musicisti inesperti tendono ad abusare, spinti da quella bramosia di arrivare, talvolta rischiosa e controproducente.
Ora Morgan, dopo aver passato notti insonni a comporre, si sente pronto e vorrebbe far conoscere agli altri la sua musica. Intanto, un primo passo lo ha fatto, aprendo le porte della sua ‘bottega’ domestica e raccontandosi.
Come e quando nasce la passione per la musica elettronica?
Era il lontano 1986 e, grazie a mio fratello Roberto (che è anche un bravo fotografo), patito di Depeche Mode, venni fulminato da Stripped, capolavoro dell’album Black Celebration. Da quel momento la musica elettronica entrò ufficialmente nella mia vita. Avevo solo 11 anni.
Da fruitore a produttore tu stesso. Quando ti sei cimentato per la prima volta con una tua composizione com’è stato? Ricordi cos’ hai provato e qual era il brano?
Sì mi ricordo benissimo. Agli inizi, intorno agli Anni 90 ero un batterista, ma non trovavo band con cui si potevano perdere interi pomeriggi a provare musica che non fosse rock, quindi ho abbandonato l’idea di una band. In seguito, non lasciando mai la musica strimpellando qua e là, ci fu l’avvento di software sempre più cool. A quel punto mi sono cimentato con tastiere midi e vari moduli analogici. Il primo brano fu “A nice mood”. Una bella emozione, a me nuova, stavo creando roba mia, e quando senti che “gira bene”, beh è una bella goduria.
Quale ‘armamentario’ usi per fare musica?
Ora il mio armamentario è composto da 2 tastiere midi, una Irig 3 ottave ed un Arturia Minilab, lavoro con Ableton installato su di un MacBook.
Che rapporto hai con il famigerato termine ‘sperimentazione’? Ti affascina o ti spaventa?
Amo sperimentare e non mi spaventa certo provarci. Credo sia alla base della musica elettronica. Anche nel mio piccolo, sperimento parecchio campionando le cose più assurde, per poi magari inserirle in qualche pezzo.
Della tua passione per i Depeche Mode non fai mistero, e in tracce come “Vibra” la si percepisce. Sinceramente, quante volte ti è capitato di registrare, riascoltare e pensare “oh no, è bella ma troppo simile ai maestri!”
Quello no giuro. Ma devi sapere che mio fratello Roberto, che tra le altre cose suona il basso in un gruppo Funk fusion, è un po’ il mio mentore, quindi appena ho un’idea, gliela invio e chiedo a lui un parere, ed in alcuni casi parte la frase: troppo Depeche. Io non me ne accorgo credimi, involontariamente sono “contaminato” da ciò che musicalmente mi ha fatto crescere.
Escludendo i sopracitati Depeche Mode, quali artisti fanno parte del tuo background musicale?
Ascolto solo buona musica … si lo so, affermazione presuntuosa!Che sia funk, che sia classica, jazz e perché no della deep house fatta come si deve. Amo gruppi come Jamiroquai, Subsonica, Bjork, Simple Minds, Kraftwerk, Daft Punk, Tears For Fears e molti altri ancora. Ma i Depeche Mode sono la mia anima.
Per chi ama e/o fa musica elettronica, Paesi come Germania, Inghilterra, Islanda sono le terre più fertili. E dell’Italia, che ne pensi elettronicamente parlando?
In Italia purtroppo si tende a vendere una caramella con un fantastico packacing, ma la caramella al suo interno, non è poi così buona. Mi spiego meglio: la tendenza è di vendere un prodotto a prescindere dal talento o dall’innovazione che tale artista potrebbe dare al panorama musicale italiano. I talent stanno rovinando un po’ tutto. La tendenza delle Major oramai è questa. In italia la musica elettronica ha pochi sbocchi. Eccezioni ce ne sono, una su tutte sono i Subsonica, molto Depeche nell’anima, ma con il talento di non scopiazzare e creare musica veramente valida.
Qual è la canzone che su tutte, avresti voluto avesse la tua firma?
Cavolo che domanda…penso proprio Stripped dei Depeche Mode.
In quale dei tanti generi dell’elettronica (Elettropop, Synthpop, Synthpunk, Electrorock, Dance, EDM, Electro, Industrial, Electro house, House, IDM, Techno ,Trance, Goa trance, Jungle, Drum & Bass, Dubstep e chi più ne ha più ne metta) ti piacerebbe cimentarti, o ti stai già cimentando?
Appunto come dicevi tu, nel nord Europa il movimento è veramente in fermento ora, ma lo è sempre stato. Dalla Germania all’Islanda ci sono artisti interessanti, l’elettronica lì fa parte del panorama musicale come da noi il pop. Sicuramente mi cimenterò in qualche pezzo Tech house o Techno.
Ad un artista talentuoso ed emergente non si può non chiedere quale sia il suo sogno professionalmente parlando…
Beh risposta scontata. Mi piacerebbe vivere con la musica e di musica. Regalare emozioni.
Noi di ZestToday uniamo le arti… a quale pittore, scultore, scrittore, regista vorresti fosse associata la tua musica?
Ti dico Leonardo da Vinci come pittore e scultore. Lui era incredibile. La prova che chi ha il dono o la maledizione di poter sfruttare molto più della media la materia celebrale, rischia la follia. Come scrittore Niccolò Ammaniti. E sul regista non ho dubbi: Stanley Kubrick.
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