Hyperdaze, un concentrato di rabbia e oscurità per i Void Of Vision
di Irene Tempestini
Hyperdaze, dieci tracce piene di rabbia e oscurità per il nuovo album dei Void Of Vision
I Void Of Vision, band metalcore australiana, hanno pubblicato il secondo album dal titolo Hyperdaze. Il cantante Jack Bergin, senza mezzi termini, afferma che in questo album non c’è nessun lato positivo, ma solo la sua mente contorta che si dissolve come una candela. E’ un disco egoista e non è dedicato a nessuno. Nei testi si ritrova lo stesso nichilismo professato da Jack, che parla di morte, del nulla, di quello a cui siamo destinati se non si ha una profonda fede, e la band non ne ha, perchè nei testi dice a chiare lettere che Dio non esiste. Ogni parola è accompagnata da suoni ideati appositamente per incupire ancora di più il significato dei brani e quello che pensa Jack nel momento in cui compone. Il sottile filo conduttore è sempre e solo uno, il buio assoluto.
‘È stato un periodo molto pesante per ogni membro della band’, dice Bergin. ‘Il padre di James era appena morto, eravamo tristi e avevamo grosse difficoltà nel realizzare l’album. I riff , la voce e i suoni elettronici che abbiamo usato rappresentano in pieno questo stato d’animo. E’ un lavoro in cui non abbiamo trascurato nemmeno un dettaglio, andando ad esplorare anche sonorità nuove, grazie ai sintetizzatori.’
Year Of The Rat feat. Jacob Charlton è la prima traccia dai suoni estremamente potenti, come il metalcore comanda; eppure traspare anche una malinconia profonda, soprattutto grazie alla splendida voce limpida, che dà un po’ di fiato all’energia incontrollabile e rabbiosa dei muri di chitarra, basso e batteria.
Babylon feat. Bobak Rafiee è ancora più estenuante sia nei suoni sia nella voce. Trasuda rabbia e potenza ad ogni istante, così come If Only feat. Lucas Woodland che alterna alla potenza brutale del metal, i suoni elettronici.
Slave To The Name feat. Jamie Hails prosegue con imponenti cavalcate metal, placate solo momentaneamente da brevi pause più melodiche. Molto bella la scelta di inserire parti di voce limpida, in questa come in altre tracce dell’album.
Adrenaline – Jon Deiley Remix è il brano che non ti aspetti, ma che ascolti in loop. Ottima produzione, ottimo remix.
Con Hole In Me feat. Kenta Koie, si torna ai santi vecchi del metalcore marcato Void Of Vision. Potenza, rabbia, oscurità, ci sono tutti gli ingredienti. La band riprende il tiro. Sfacciatamente bello il bridge.
Kerosene Dream feat. Garrett Russell, Decay feat. Ecca Vandal, Splinter feat. Kadeem France proseguono in puro stile mitragliata. Potenza incredibile, senza sosta.
A chiudere Hyperdaze – Up Late Remix con un intro dai suoni spaziali e un’ evoluzione massiccia marcata Void Of Vision.
Dentro l’album c’è tutta la rabbia che i Void Of Vison hanno dentro e che riescono a trasmettere nelle dieci tracce. Una band in grado di far suo un genere complesso, il metalcore, unendovi bei suoni elettro-industrial mai scontati e mai fuori posto. Una band, i Vision Of Void, che probabilmente riuscirà a spettinare anche qualche reticente al genere.
I Void Of Vision sono:
Jack Bergin – voce
James McKendrick – lead guitar, voce
Mitch Fairlie – chitarra ritmica
George Murphy – batteria
Hyperdaze tracklisting:
- Year Of The Rat feat. Jacob Charlton
- Babylon feat. Bobak Rafiee
- If Only feat. Lucas Woodland
- Slave To The Name feat. Jamie Hails
- Adrenaline – Jon Deiley Remix
- Hole In Me feat. Kenta Koie
- Kerosene Dream feat. Garrett Russell
- Decay feat. Ecca Vandal
- Splinter feat. Kadeem France
- Hyperdaze – Up Late Remix
Ascolta l’album Hyperdaze: