Giovanni Boldini in mostra a Forlì
di Redazione
Boldini. Lo spettacolo della modernità
Forlì – Musei di San Domenico
01 febbraio 2015 – 14 giugno 2015
La Città di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì dedicano a Giovanni Boldini una mostra che presenta, oltre ai dipinti, anche la produzione grafica meno conosciuta dell’artista (disegni, acquarelli, incisioni); in particolare ne ripropone, grazie agli studi dei curatori Francesca Dini e Fernando Mazzocca, la prima stagione artistica (compresa tra il 1864 e il 1870), vissuta per lo più a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli, e che comprende l’imponente ciclo di affreschi realizzati tra il 1866 e il 1868, all’interno della Villa detta la “Falconiera”, a Collegigliato presso Pistoia, residenza della famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo.
Artista dal genio creativo assai prolifico, come dimostra la varietà delle sue produzioni, Boldini fu a suo tempo amato/odiato sia dalla critica che dal pubblico, e fu Parigi la città che più amò le sue produzioni sofisticate, soprattutto nei ritratti.
Il percorso espositivo si articola in sezioni: le prime sono dedicate all’immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti, all’atelier, alla grafica.
Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola.
Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere.
Avranno subito dopo un grande rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni, dove Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese.
Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale. A questo proposito costituirà una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico che formale.