Envy Of None, recensione dell’album omonimo top album del mese
di Irene Tempestini
Envy Of None, recensione dell’album omonimo top album del mese
Iniziamo subito spiegando che gli Envy Of None, sono la band di Alex Lifeson dei Rush, Andy Curran dei Coney Hatch, Alfio Annibalini produttore e ingegnere e la cantante Maiah Wynne. L’album omonimo di debutto della formazione uscirà l’8 aprile per Kscope ed è un piacere enorme per le orecchie e per l’anima.
Sulle abilità istrioniche di Alex Lifeson credo ci sia poco da aggiungere. Di lui è ben nota la capacità di sperimentare e muoversi nei più disparati generi musicali e sappiamo essere punto di riferimento per molti musicisti. Ma il nuovo progetto stupisce perché qui c’è un Lifeson completamente nuovo.
Le 11 tracce uniscono l’alternative rock a sperimentazioni moderne e synth. Atmosfere cupe abbracciano armonie del miglior pop/rock contemporaneo. Nette le influenze, ben metabolizzate, di Depeche Mode, Nine Inch Nails e A Perfect Circle. Qualitativamente una ricerca di suoni spettacolare, a cui si aggiunge una magistrale interpretazione di Maiah. Voce incredibile, una sirena ammaliatrice. Il risultato è un’amalgama di voce e suoni densa, armoniosa, toccante, emotivamente vincente. Tecnicamente c’è solo che da ammirare band e produttore.
Con l’entrata della cantante, spiega Andy, la band ha raggiunto la completezza. “Ho mandato una prima versione della canzone Shadow. Quando ho riportato agli altri quello che aveva fatto sono rimasti senza parole!” Sempre su Maiah Alex afferma che è diventata la sua musa ispiratrice, e che è stata in grado di includere nei pezzi un velo etereo a cui non potrebbe più rinunciare.
Maiah, dal canto suo, dice di apprezzare l’intimità delle tracce, anche se ci sono brani un po’ più pesanti a rompere questa calma apparente, che lei, aggiungo io, mitiga in una maniera talmente perfetta e affascinante, da sembrare umanamente impossibile.
Never Said I Love You inizia con un’impronta decisa. La ricerca sonora si fa subito sentire per poi esplodere nel ritornello. Suoni cupi si sposano a tocchi più limpidi e alla voce stupenda di Maiah. Ottima la melodia.
Shadow attrae con le ricerche sofisticate elettro-rock e una melodia carezzevole. Amalgama strepitosa tra suoni e voce. Un brano velato da una parvenza di oscurità e malinconia, un’immersione tra suoni intensi e sensuali.
Look Inside è un viaggio tra alternative rock, prog ed elettro-pop-rock contemporaneo. La melodia ci prende e ci avvolge. Un volo fuori dal tempo, un planare sopra le nostre vite. Brividi.
Liar è una bella traccia shoegaze e rock, con tratti di dream pop e alternative rock. Un equilibrio perfetto di suoni diversi, accarezzati dalla voce calda e vellutata. Altra traccia spettacolare.
In Spy House ci accolgono un bel riverbero e una decisa linea di basso. Un brano carico di attese, con ritmi spezzati in un crescendo che esplode nell’assolo di chitarra old style ma non certo polveroso e anacronistico. Niente in questo progetto è sbilanciato troppo nel passato o troppo nel futuro. Direi che c’è la giusta misura, quella che non si può spiegare nè insegnare, ma solo sperare di raggiungere.
Dogs Life è una traccia intensa fin dall’inizio. Suoni decisi e sofisticati. La voce, al solito, è la ciliegina sulla torta. Profonda, sensuale, vellutata, il canto ammaliatore e pericoloso di una sirena. Kabul Blues è un brano avvolgente e sensuale. Bellissime le atmosfere, la scelta melodica, le dinamiche, i suoni. Ricerca elettronica e produzione spettacolari.
Old Strings è un insieme evocativo, grazie a suoni potenti che si uniscono a sonorità più leggiadre e malinconiche. La voce, lo ripeto, è strepitosa, una sferzata di aria calda in una notte gelida.
Dumb ha una ritmica sostenuta che sorregge impeccabilmente gli altri strumenti. L’eleganza e il calore della voce tornano sempre. Ennesima ottima prova.
Enemy è una traccia potente, oscura, ‘preoccupante’. C’è una sorta di tensione che ritroviamo in tutto l’album e che viene stemperata dalla sensualità vocale.
Western Sunset è la quiete dopo la tempesta. Una confortante chitarra ci rasserena. Accoglienti e struggenti i riff a cui si ggiungono riverberi profondi e nostalgici. Un brano strumentale che Alex ha dedicato all’amico scomparso e leggendario batterista dei Rush, Neil Peart. Il racconto che Lifeson fa del loro ultimo incontro spacca il cuore, come del resto la canzone. “Ho visitato Neil quando era malato. Ero sul suo balcone a guardare il tramonto e ho trovato l’ispirazione. Era l’atmosfera perfetta per decomprimersi dopo tutte queste diverse trame… un bel modo per chiudere il libro”.
ENVY OF NONE TOP ALBUM ZEST DI APRILE
Envy Of None tracklisting:
1. Never Said I Love You
2. Shadow
3. Look Inside
4. Liar
5. Spy House
6. Dogs Life
7. Kabul Blues
8. Old Strings
9. Dumb
10. Enemy
11. Western Sunset
L’album uscirà nei seguenti formati:
Ltd Edition versione deluxe – presentata in una custodia apribile con un LP in vinile di colore blu, 2 CD di cui un disco bonus di 5 tracce, Libretto di 28 pagine con contenuti esclusivi
CD – include un opuscolo poster di 16 pagine
LP – su vinile nero / vinile colorato azzurro (esclusiva per il Nord America) / vinile colorato bianco
Digitale
Alf Annibalini – Chitarra, Tastiere, Programmazione
Andy Curran – Basso, Basso sintetizzato, Programmazione, Chitarra, Voce di sottofondo, Stilofono
Alex Lifeson- Chitarra, Mandola, Banjo, Programmazione
Maiah Wynne – Voce solista, voce di sottofondo, tastiere
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