Corridoio Vasariano, la rivoluzione del Direttore Schmidt
08/03/16
di Irene Tempestini
Di approcci a dir poco sensazionali con la miriade di bellezze storiche e artistiche disseminate nel nostro Paese, chi scrive ne ha avuti e come, fin da bambina; quello con il Corridoio Vasariano di Firenze è sicuramente uno dei ricordi più vivi, ripetuto anche più di una volta, proprio per la ineguagliabile esperienza di visita che solo questo percorso che dagli Uffizi conduce a Palazzo Pitti, può garantire.
Si sa, per potervi accedere occorre prenotare con largo anticipo e attendere i periodi di aperture prestabilite, e nessuno, almeno io, mi sarei mai permessa di muovere lamentele contro questa scelta organizzativa, anche perchè, non raccontiamoci storie, gestire e al tempo stesso custodire un’eredità così prepotentemente importante, non è facile. Diverso il discorso se si pensa però alla gestione che puzza di marcio, lasciata in mano ai tour operators di mezzo mondo e contro cui si batte il nuovo direttore degli Uffizi Eike Schmidt che è pronto a cambiare rotta e a dare inizio ad una nuova epoca che vedrà il Corridoio più facilmente accessibile, partendo dal presupposto che l’Elettrice Palatina Anna Maria Luisa dei Medici lasciò alla città “quello che è per ornamento dello Stato, per utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”.
“A causa di contratti stipulati in passato, – dichiara Schmidt – e sui quali non posso intervenire a causa di obblighi legali, finora il Corridoio Vasariano è stato accessibile prevalentemente tramite tour operators e compagnie di viaggio, a prezzi che vanno dai 45 euro in su a persona. Inoltre i tempi d’attesa sono molto lunghi, talvolta di alcune settimane; e il pubblico che telefona per le prenotazione negli spazi di tempo annualmente lasciati liberi per accessi diretti spesso trova tutto già occupato. Il mio intento è quello di eliminare i privilegi e offrire la possibilità (si badi bene, non l’obbligo) di passare attraverso il Corridoio Vasariano arrivando infine a Palazzo Pitti, con un biglietto separato da quello degli Uffizi e adeguato ai normali prezzi di accesso ai musei.
Quanto al problema di ombrelli e zaini da riprendere al guardaroba, mi pare che un avvertimento prima dell’acquisto del biglietto possa essere sufficiente a permettere una scelta a chi desideri vivere un’esperienza tanto speciale. Affrontare i rischi di esporsi alle intemperie per ritornare agli Uffizi a riprendersi le proprie cose, oppure rinunciare? In quel caso sarà l’interesse delle persone a determinare la scelta.” Scelta azzardata? No secondo noi, anzi, finalmente niente più biglietti troppo onerosi, niente più ore al telefono con frustranti ci dispiace ma le prenotazioni sono già complete.
Circa il pericolo dell’eccessivo traffico all’interno del Corridoio e del calpestio sul pavimento, che è identico a quello delle Gallerie, Schmidt risponde che “nel lasso di tempo necessario a percorrere il Corridoio, lungo circa un chilometro, l’impatto dovuto al peso delle persone non sarà mai concentrato in un solo punto come invece accade, per esempio, nella Sala di Botticelli della Galleria degli Uffizi, dove i gruppi si affollano e stazionano a lungo.”
Quanto al timore di spostare dalla sua collocazione una collezione specifica come quella degli autoritratti, “vorrei sottolineare che si tratta di una scelta moderna. La collezione iniziata dal cardinal Leopoldo dei Medici fu storicamente esposta all’interno degli Uffizi, nella famosa ‘Sala dei pittori’ (oggi sala numero 35, dedicata a Michelangelo); dopo lo smantellamento ottocentesco, solo nel 1973 Luciano Berti la allestì nel Corridoio Vasariano.
Quella attuale, dunque, non è una sede storica. Gli Uffizi invece sì. Inoltre, nei tre quarti d’ora oggi dedicati al percorso guidato, la visita avviene pressoché di corsa e non c’è la possibilità di soffermarsi, se non soltanto su alcuni capolavori. Ebbene, quelle stesse opere – sia i capolavori, sia altri autoritratti meno noti – si potranno in futuro ammirare con calma nelle sale delle Gallerie degli Uffizi che selezioneremo in seguito a una revisione dei percorsi. Dirò di più: le condizioni climatiche del Corridoio Vasariano sono tutt’altro che ideali per ospitare dei dipinti su tela e su tavola.
L’ambiente, totalmente esposto su tutti i lati e dotato di una copertura in incannucciato, è freddissimo d’inverno e molto caldo d’estate per via dell’esposizione ai venti e poi dell’irraggiamento solare. Per giunta, l’ipotesi di costruire un sistema di climatizzazione attiva ad aria forzata per creare le condizioni adeguate ad esporre quel tipo di opere è impraticabile perché inciderebbe in maniera aggressiva sull’architettura storica.
Nella revisione dei percorsi espositivi e in considerazione degli aspetti microclimatici dovuti alla stessa logistica del Corridoio Vasariano, quando i lavori verranno completati e dopo le opportune verifiche vi saranno esposte altre classi di materiali, che per loro natura non sono così delicate dal punto di vista climatico. Tra quelli vanno soprattutto menzionati gli affreschi staccati dall’esterno del Corridoio Vasariano stesso, che da decenni giacciono nei depositi. Opere dunque, che hanno una precisa connessione storica con l’ambiente in cui verranno esposte. “
Il nuovo direttore ha le idee chiare, e oltre a conoscere minuziosamente le vicende storiche legate all’arte fiorentina, ben comprende la necessità di permettere al pubblico di goderne a pieno. Abolire i privilegi, questo ci piace e tanto. Buon lavoro dottor Schmidt.