Corde Oblique – Recensione di The Moon Is A Dry Bone
06/04/2020
di Irene Tempestini
La band Corde Oblique torna con l’ottavo album in studio, dal titolo “The Moon Is A Dry Bone”, uscito lo scorso 3 aprile per Dark Vinyl e distribuito da Audioglobe. Nell’album 11 brani tra cui la cover di Temporary Peace degli Anathema e collaborazioni importanti con artisti che non hanno bisogno di presentazione, quali Andrea Chimenti e Miro Sassolini (ex Diaframma).
L’album è stato registrato e mixato a Napoli negli studi Splash Music, da Massimo Aluzzi, e masterizzato a Londra presso gli Abbey Road Studio, da Geoff Pesche. Con all’attivo oltre venti anni di musica, Riccardo Prencipe, ideatore e mente del progetto Corde Oblique, scrive e arrangia musica di qualità apprezzata in tutto il mondo, come testimoniano anche i tour in Cina, Francia, Olanda, Germania. Prencipe è in grado di comporre musica sospesa tra l’umano e il cosmico, dando vita a quello che lui stesso ha definito il genere folk-gaze, ovvero un mix tra neofolk e shoegaze, dove tutto è drammatico e allo stesso tempo confortante, dove il tempo presente sembra trarre vigore e positività dal passato, dalle radici, probabilmente le uniche capaci di farci sopravvivere e farci proseguire, dando nutrimento a quello che è il circolo senza fine della vita.
In questo album si rimane sempre sospesi, fluttuanti, indefiniti e si ha la sensazione e la voglia di essere trasportati, in balìa dei ricordi, della nostalgia, ma anche della vivacità che proprio le nostre radici, il nostro vissuto, possono infonderci. Ed ecco che tutto diventa arte, ogni nota, ogni parola detta e cantata, così come anche la cover e la backcover dell’album, realizzate dal pluripremiato visual artist indonesiano Hardijanto Budiman. Nell’artwork si ritrova lo stesso senso di sospensione, di indefinito che si ha per tutto l’album. Siamo materia infinita, che nasce, vive, muore e si rigenera in un magico cerchio fatto di realtà e irrealtà, di tempo e non tempo, di spazio e non spazio, di ricordi e di futuro ancora da vivere. Ed è questo ciò che si prova guardando la cover e ascoltando gli undici brani.
Il perchè del titolo ce lo spiega la stessa band con queste poche e chiare parole:
“Sotto la superficie, la luna è secca come un osso. Non puoi spremere il sangue da una rapa e apparentemente non puoi nemmeno strizzare l’acqua dalle rocce lunari.”
Almost Blue apre con estrema malinconia l’album, che fin da subito ci guida attraverso quelle zone d’ombra che tutti noi, prima o poi, scopriamo di avere. E così, malinconicamente, arriviamo a La Strada, che oltre al violino dà il benvenuto alla splendida chitarra il cui suono popolare e familiare ci rassicura. Emozionante la partecipazione di Andrea Chimenti, talento indiscutibile, eche ben si sposa con la bravura di Rita Saviano. La terza canzone è la title track The Moon Is A Dry Bone, dai ritmi concitati e drammatici, metafora di una realtà che molto spesso, volenti o nolenti, si fa affannosa.
Ne Le Grandi Anime la voce vellutata e calda di Caterina Pontrandolfo sembra aprire un varco nel passato, in un tempo sospeso, quasi primordiale. Un senso di ineluttabilità ci accompagna per l’intero brano.
Struggente l’inizio con la chitarra in Le Torri di Maddaloni, che evoca un lamento dolce e composto. Il ritmo placido viene interrotto solo dal dirompente arrivo delle percussioni da cui prende vita il canto tribale con Denitza Seraphim che richiama quasi gli antichi riti pagani. Torna la calma ne Il Figlio dei Virgini, grazie alla voce di Caterina a cui si aggiunge il pianto cantato di Sergio Panarella, capace di stimolare vibrazioni emotive profonde.
Ne La Casa Del Ponte la voce narrata è quella di Maddalena Crippa, una delle attrice teatrali più apprezzate in Italia e non solo. I ritmi contrastanti lo rendono uno dei brani più impattanti dell’album. Ottima l’intesa tra classico e popolare, tra calma e inquietudine.
Nell’ottavo brano le Corde Oblique rendono omaggio agli Anathema, proponendo un bell’ arrangiamento di Temporary Peace. Davvero emozionante il tappeto musicale di violino e piano.
E dopo un brano così importante, ci ritroviamo all’ascolto di uno dei gioielli contenuti nell’album, Il Terzo Suono, la cui interpretazione è affidata al bravissimo Miro Sassolini. E non manca proprio niente della meravigliosa profondità dark che ci si aspetta da Miro!
La successiva Herculaneum sembra farci fluttuare su distese emozionali infinite, mentre Almost Blue Part 2, sancisce il finale di questo lavoro davvero ben fatto, che ci opprime, garantendoci comunque sensazioni positive, e ci chiude all’interno del cerchio della vita, dove tutto si trasforma in un continuo movimento, una costante alternanza di gioia e dolore, calma e inquietudine.
Ed è proprio questa immersione nella metafora dell’essere che fa venire la pelle d’oca come pochi altri album italiani di recente produzione. Qui la musica e le arti tornano ad essere qualcosa di inspiegabile ma necessario, senza tempo, senza spazio, senza alcuna possibilità di elusione.
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Corde Oblique – “The Moon Is A Dry Bone”
Tracklist:
1. Almost Blue
2. La strada
3. The Moon Is a Dry Bone
4. Le grandi anime
5. Le torri di Maddaloni
6. Il figlio dei vergini
7. La casa del ponte
8. Temporary Peace*
9. Il terzo suono
10. Herculaneum
11. Almost Blue II
*Anathema
CREDITI
Registrato e mixato da Massimo Aluzzi presso gli Splash Studio (Napoli); masterizzato da Geoff Pesche presso gli Abbey Road Studio (Londra)
Lineup:
Riccardo Prencipe (chitarre classiche, acustiche, elettriche, EBow); Rita Saviano (voce su 3, 8; seconda voce su 2, 6, 7); Edo Notarloberti (violino); Umberto Lepore (basso); Alessio Sica (batteria); Luigi Rubino -(piano su 8); Michele Maione (tamburi a cornice, percussioni); Carmine Ioanna (fisarmonica); Caterina Pontrandolfo (voce su 4, 6, 10; cori su 7); Denitza Seraphim (voce su 5); Maddalena Crippa (voce recitata su 7); Sergio Panarella (voce su 6); Andrea Chimenti (voce su 2); Miro Sassolini (voce su 9)
Foto di copertina di Hardijanto Budiman
CONTATTI
http://www.cordeoblique.com/
https://www.facebook.com/cordeoblique/
https://cordeoblique.bandcamp.com/
https://www.instagram.com/cordeoblique/
BIOGRAFIA:
Diplomatosi in chitarra classica presso il Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, a partire dal 2000 Riccardo Prencipe ha pubblicato sette album, distribuiti in Europa e nel mondo da case discografiche in diversi paesi (Russia, Cina, Germania, Francia e Portogallo), tutti ottimamente recensiti dalla critica. I brani originali proposti dall’ensemble sono tematicamente connessi al patrimonio storico-artistico italiano.
Riccardo esordisce nel 1999 con la sua prima band, i Lupercalia, subito scritturati dalla label britannica World Serpent (Death in June, Antony and the johnsons, Current 93, Nurse with Wound e molti altri). Nel 2005 Riccardo ribattezza il progetto in Corde Oblique, creando una sorta di “bottega degli artisti del suono”, un progetto aperto a numerosissime collaborazioni.
Molti sono stati, negli anni i musicisti e i/le cantanti che hanno partecipato come ospiti negli album dei Corde Oblique, tra cui:
• Duncan Patterson (Anathema)
• Denitza Seraphim (Irfan)
• Peppe Frana (Micrologus)
• Donatello Pisanello (Officina Zoé)
• Sergio Panarella (Ashram)
• Luigi Rubino (Ashram)
• Alessandra Santovito (Hexperos)
• Spyros Giasafakis (Daemonia Nymphe)
• Corrado Videtta (Argine)
• Monica Pinto (Spakka Neapolis55)
• Walter Maioli e Luce Maioli (Synaulia)
• Simone Salvatori (Spiritual Front)
• Charles Ferris (Sineterra)
• Floriana Cangiano (Flo)
• Quartetto Savinio
Nel 2013 la band esegue una registrazione nel Tempio dell’Eco, (nel complesso archeologico di Baia), sfruttandone il riverbero naturale. Il brano è incluso nell’album “Per le strade ripetute” ed è intitolato “In the temple of echo”. Nel dicembre del 2015 la band ha svolto un tour in Cina di 9 concerti, “La prima band italiana del circuito underground ad effettuare una tournée così lunga in un paese che sempre più si apre al mondo occidentale” (Il corriere del Mezzogiorno).
La band ha inoltre collaborato con l’artista Milo Manara in occasione della presentazione del suo libro su Caravaggio. La foto di Copertina dell’album “I maestri del Colore” è di Franco Fontana, tra i fotografi italiani più stimati a livello internazionale. Dal 1999 il progetto è stato invitato a partecipare a decine di compilation distribuite da etichette e riviste musicali italiane, russe, francesi e tedesche. Elenco delle principali compilation: – “Influence” (Shadowplay – Russia – 2006) Corde Oblique: “Orme” – “Fairy World IV” (Prikosnovenie – Francia – 2007) Corde Oblique: “Cantastorie” – “La nuit des fees” (Prikosnovenie – Francia – 2007) Corde Oblique + Pinknruby: “Klara” – “In the Dark Room – Vol. 1” (Darkroom magazine – Italia – 2007) Corde Oblique: “Tempesta di sapori” – “New Age” (New Age magazine – Italia – 2009) Corde Oblique: “Cantastorie” – “Fairy World V” (Prikosnovenie – France – 2009) Corde Oblique: “Nostalgica avanguardia” – Rock Oracle (Russia – 2011) Corde Oblique “A hail of bitter almonds” – Sonic Seducer (Germania – 2013) Corde Oblique “My pure amethyst” La band svolge dal 2000 un’intensa attività live in Italia, Francia, Olanda e Germania.
CORDE OBLIQUE in questi anni di intensa attività live ha condiviso il palco con artisti come: Opeth, Inti-Illimani, Bauhaus, Anathema, My Dying Bride, Samael, Current 93, Coph Nia, Moonspell, Ataraxia, Spiritual Front, QNTAL, Kirlian Camera, L’Âme Immortelle, Antimatter, Persephone, Clan of Xymox, Of the wand and the moon. Riccardo Prencipe ha inoltre collaborato con membri dei seguenti gruppi: Spakka Neapolis-55, Officina Zoe’, Synaulia, Spiritual Front, Argine, Ashram, Pinknruby, Gothica, Hexperos, Mediavolo, Dwelling, Daemonia Nymphe.
https://www.youtube.com/watch?v=5QCQTmMSmF8&feature=youtu.be