Come parlare ai muri
Prima tappa del nostro viaggio, Pistoia
di Riccardo Tronci
– Le città parlano attraverso le proprie scritte sui muri e ci dicono qualcosa sui propri abitanti. Un viaggio che parte da Pistoia.
Dall’antica Roma ad oggi scriviamo sui muri. Come un mantra da sempre si ripete che è “severamente vietato scrivere sui muri“, eppure continuiamo a farlo, e le nostre città parlano, comunicano, ci dicono qualcosa di noi.
A differenza degli anni settanta, in cui si sfruttavano le pareti per comunicare e coinvolgere, la società multimediale ha portato ognuno di noi ad avere una o più bacheche per mettersi in mostra, comunicare i propri pensieri, ognuno di noi ha un posto bene in vista per scrivere anche solo “oggi piove”. Eppure continuiamo a scrivere sui muri.
Pistoia sembra vivere in una continua ed incessante lotta tra chi i muri li scrive e chi copre le scritte. Camminando sono molte le pareti che mostrano ampie campiture di colori solo simili a quelli del resto della facciata, spesso violate una seconda volta da pennarelli e bombolette spray. I muri della città raccontano di sfide politiche e, vicino alle scuole, di storie d’amore.
Negli angoli limitrofi alle scuole superiori, dove vengono parcheggiati i motorini, oppure dove ci si trattiene alcuni minuti dopo l’uscita, gli innamorati lasciano le proprie confessioni e speranze, in un rito che nasce con l’uomo stesso. La poesia e la passione si trovano talvolta in bilico con il ridicolo, dato da errori ortografici: “Sei tutto per me… Ci divertivamo anche con delle cose senza senzo” leggiamo su di un muro ad angolo con una scuola. Anche il celebre murales dedicato agli Intillimani e alla causa cilena realizzato al parco di Monteoliveto si trova a cambiare musica e ad accompagnare la lotta politica, di cui forse si è stancato in tutti questi anni, con frasi d’amore di Battiato: “Sei un essere speciale e io avrò cura di te. Dieci anni di noi“.
Piccoli sguardi poetici, quasi haiku, risuonano negli stretti vicoli del centro: “Da qui i ricordi, la nostalgia passerà ancora quando un giorno diremo: ancora“. Le voci degli amanti sembrano rincorrersi nelle strade acciottolate, nei loro angoli più appartati, dove, magari, si sono scambiati baci e confessioni, mentre la passione politica cerca di fare da padrona mettendosi in evidenza.
Dovunque è un continuo saltellare di mutazioni, falci e martello che si trasformano in svastiche e viceversa, in molti cercano di mettere il proprio cappello e firma su tutta la città, in un continuo scontro, dichiarando, ad esempio: “Pistoia è antifascista“. Una lotta quasi sotterranea, di una città silenziosa, in cui tutto sembra scorrere tranquillamente.
Il motivo è ricorrente sui muri del centro, e se incontriamo anche frasi come: “E’ tutta colpa dei NoTav“, l’ironia riesce a farsi spazio con stencil e frasi geniali. La mela della Apple diventa “Natura Morsa” e Pikachu simbolo della disobbedienza. Un uomo della Lego con colori variegati ci accompagna nella passeggiata, ma non riusciamo onestamente ad attribuire alla sua simpatia che ci regala un sorriso, un qualsiasi significato.
Le dichiarazioni politiche sembrano sospese nel tempo, parlano di vicende quotidiane con una forma decisamente antica, superata, risalente, forse, agli anni di piombo: “Contro gli stati razzisti ed assassini per una civiltà socialista…” oppure “Israele bombarda, Palestina resiste“.
Le scritte sui muri di Pistoia sembrano un unico frammentato racconto, che parte, forse, dalle scritte antiche sulle colonne della Biblioteca Forteguerriana, per animarsi di passione nelle dichiarazioni degli amanti di oggi, trovando anche qualche inciampo, non solo ortografico, ma anche solamente grafico, decretando il diritto ad esprimersi sui muri sacrosanto, democratico.
Alla pagina politica un intero capannone dell’Ex Breda, in cui trionfa la parola “azione“, accanto ad un “murales censurato” una vera, piccola opera d’arte, destinata dagli autori a cambiare spesso forma nel tempo. E poco più in là, sui muri dell’istituto Einaudi, uno stencil con il colore verde dichiara fermamente: “E’ severamente vietato scrivere sui muri“.