Cernichov, un concept album dark, enigmatico e profondo
di Irene Tempestini
ЧЕРНИХОВ, o meglio CERNICHOV, sono un duo ambient/noise formato dall’americano David Gutman residente a Bruxelles, e dall’italiano Marco Mazzucchelli residente nella provincia di Varese. David è da anni impegnato in vari progetti elettronici, dark e ambient, ed è conosciuto principalmente con i monickers Tropic of Coldness e Drawing Virtual Gardens. Marco è laureato in urbanistica, di mestiere quindi è un tecnico ma per passione è uno scrittore di romanzi, con ottime pubblicazioni all’attivo.
Il primo album omonimo, ‘Cernichov’ (uscito per Cathedral Tansmission) contiene 5 tracce ambient/noise il cui concept ruota attorno ad un sogno infranto. Nel secolo precedente si poteva infatti sperare di portare nuova luce e un futuro migliore, cosa che non è successa. Da qui i toni drammatici, enigmatici e cupi che rappresentano la perdita di quel sogno e di una irripetibile opportunità. I suoni dark e tragici sono sicuramente la perfetta metafora del fallimento della società in cui viviamo.
Incuriosita dalla scelta del nome, ho chiesto a Marco che ha confermato sia riferito all’architetto russo e ha così risposto :
” Sì, il nome si riferisce all’architetto russo Jacov Cernichov, che è una mia fissazione da anni. Ho studiato urbanistica e ho sempre avuto una certa perversione per le città, per le sue utopie, per l’architettura sovietica e come è stata applicata nelle periferie. E’ quindi una specie di tributo a lui e alla sua immaginazione, alla sua capacità di fantasticare nuovi mondi futuristici; e tutto ciò si sposa benissimo anche all’estetica del nostro suono, che mischia rovina e sogno infranto, e contrappone il degrado della vita dei nostri giorni alle utopie dei tempi passati, immaginate da Cernichov o Antonio Sant’Elia, ma anche dal Comunismo stesso.”
Cinque tracce dal riverbero e dai suoni esasperati, metallici, cupi e dai synth tenebrosi, per amplificare quelle sensazioni drammatiche attraverso cui ogni limite spazio-temporale si annulla, trasportandoci in luoghi irreali che non sono altro che le nostre coscienze imbruttite dal nostro stesso agire. Un insieme di suoni che destabilizzano ogni nostra certezza, ponendoci di fronte all’infinità sensoriale, in cui ognuno di noi si ritrova a fluttuare in balia delle proprie emozioni più profonde. Suoni studiati per disturbare, scuotere, mettere alla prova, smantellando la realtà e spingendoci ad andare oltre, ad addentrarci più in profondità in quel nucleo emozionale che spesso rimane inesplorato, se non attivato dalle giuste frequenze sonore.
Cinque brani strumentali che ci mettono davanti all’inquietudine, al dramma, al turbamento più profondo e sconosciuto e, per questo, più spaventoso ed enigmatico. Un album come questo non vuole essere certo un piacevole ascolto, ma uno sprone a riflettere sul circolo vizioso di causa/effetto. Perchè ad ogni azione corrisponde una conseguenza, e ad ogni colpo brutale di questa nostra società fallimentare, il nostro essere vacilla e inizia a crollare, portando con sè il peggiore degli effetti, ovvero un senso di distruzione, angoscia, inquietudine, dramma.
Cernichov trackinglist:
1.Years | Failures
2.УВБ-76
3.Utopia
4.Dissipated Poets
5.Vrykolakas