La Biblioteca di Michelozzo riaperta al pubblico
di Redazione
Un sabato speciale, quello appena trascorso, che ha visto la riapertura al pubblico della Biblioteca di Michelozzo (San Marco, Firenze), dopo un anno dalla chiusura necessaria per eseguire il restauro che ha interessato il pavimento e altri interventi.
Cenni storici: la Biblioteca di Michelozzo, fu commissionata da Cosimo il Vecchio de’ Medici e realizzata all’ inizio della seconda metà del XV secolo come parte integrante del complesso conventuale domenicano di San Marco Oggi è inserita nel percorso storico-artistico e architettonico dell’omonimo museo.
Studi preliminari: Il pavimento presente fino a un anno fa era in cotto posato a spina e risaliva probabilmente agli anni in cui fu risistemata la sala in occasione della grande mostra sul Beato Angelico avvenuta nel 1955. Preliminarmente al progetto di rifacimento è stato necessario effettuare uno studio sulle pavimentazioni antiche ancora presenti nel complesso di San Marco e in ambienti similari. Nell’Ottocento, secondo quanto mostrano alcune foto dell’archivio Alinari, la pavimentazione della Biblioteca si presentava “alla veneziana” con una campitura a riquadri che scandiva ogni campata e la Sala Greca, adiacente alla Biblioteca, propone ancora oggi una pavimentazione “alla veneziana”. Al momento della realizzazione di quella pavimentazione i grandi armadi situati agli angoli non furono rimossi. Una volta rimosso il cassetto alla base dell’armadio, si è rivelata la pavimentazione antecedente all’intervento ottocentesco: si tratta di mattoni in cotto posti a spina, per disegno e dimensioni del tutto simili a quelli presenti in diverse zone del complesso museale.
Il nuovo pavimento: per il disegno della nuova pavimentazione sono state quindi riprese le misure delle mattonelle preesistenti, che si trovano dinanzi all’ingresso della Biblioteca, così come la disposizione.
Altri interventi: Oltre alla pavimentazione, sono stati effettuati molti interventi di impiantistica, utilizzando al meglio la possibilità di agire sotto il pavimento e poter così attraversare l’ambiente in modo invisibile. In particolare si è provveduto alla realizzazione dell’impianto di condizionamento che vede la collocazione delle apparecchiature sotto e dietro le vetrine esistenti, riutilizzando tutte le componentistiche che erano state impiegate per l’ultima mostra realizzata nel museo nel 2013.
Si sono adeguati, inoltre, gli impianti di rilevazione incendi e gli impianti elettrici, provvedendo a liberare le pareti (per quanto possibile) da prese, condutture, forassiti, posizionando il tutto nelle vetrine.
Durante le lavorazioni si sono effettuati anche alcuni studi che aiuteranno a completare il quadro delle conoscenze di questo complesso, ancora per molti versi pieno di incognite, che è stato teatro di molteplici eventi che hanno fatto la storia della nostra città.
Nell’occasione sono anche state riaperte le finestre sul lato ovest della biblioteca, finora tamponate dal retro, che affacciano sul terrazzo, fiancheggiante l’ambiente, chiuso nel Settecento, che è attualmente in corso di restauro in vista di un ampliamento del percorso museale.
Contestualmente sono state apportate alcune modifiche all’allestimento per consentire una fruizione più completa dello splendido ambiente. È stata data maggiore valorizzazione alle due tavole dipinte da Zanobi Strozzi – la Scuola di San Tommaso d’Aquino e la Scuola del Beato Alberto Magno – con la possibilità di una lettura ravvicinata.
Sono stati creati punti informativi sulla storia della Biblioteca con pannelli e vetrine di informazione storica che introducono alla visita dell’ambiente e all’esposizione dei codici nelle teche, che in questa prima fase riguarda il fondo quattrocentesco del convento di San Marco.
In fondo alla Biblioteca è stato invece allestito un polo di documentazione sulla miniatura. Oltre alle teche dove si spiega la tecnica e si mostrano gli strumenti necessari per questa “arte”, è stato collocato un touchscreen che consente l’esplorazione di tutte le carte dei codici miniati dall’Angelico, conservati nel Museo, e di quelli realizzati per il convento di San Marco tra il 1444 e il 1454, a spese di Cosimo de’ Medici, con la partecipazione, per la scrittura, di fra’ Benedetto, fratello dell’Angelico, e per la miniatura di Filippo di Matteo Torelli e Zanobi Strozzi, uno dei suoi più stretti collaboratori e seguaci.