AWOLNATION, recensione di My Echo, My Shadow, My Covers and Me
di Irene Tempestini
AWOLNATION, recensione di My Echo, My Shadow, My Covers and Me
Ogni volta che Aaron Bruno e gli AWOLNATION annunciano un nuovo lavoro, automaticamente si drizzano le mie antenne della curiosità. Quello che mi aspetto è sempre aria fresca, sperimentazione, lampo di genio, produzioni stratosferiche che fanno scuola. E ancora una volta le mie aspettative con l’album di cover “My Echo, My Shadow, My Covers and Me” non sono state deluse.
Proprio così, anche questa volta l’ho ascoltato, riascoltato e promosso a pieni voti perché talento creativo, esecutivo e genio produttivo negli AWOLNATION vanno a braccetto e non sbagliano un colpo.
Un album “My Echo, My Shadow, My Covers and Me” (Better Noise Music) che reinterpreta 11 brani già consegnati alla storia, nei confronti dei quali l’approccio è rispettoso e rievocativo. Ennesima prova di quanto si possa e si debba sperimentare mettendo mano al lavoro degli altri, ma solo se si è sostenuti da un grande talento e se si ha il tatto di non demolire l’originale. L’album è stato realizzato durante i momenti più complicati della pandemia, quando Aaron ha potuto riflettere sulla musica che ha influenzato la sua vita.
“My Echo, My Shadow, My Covers and Me” ci fa stringere il passato in un malinconico abbraccio. Ma a giungere in soccorso, tirandoci via dalla nostalgia, è l’idea creativa degli AWOLNATION, immersa in una contemporaneità spesso antesignana di idee future. Modernità e visione personale che non stravolgono il pezzo, ma lo rivisitano conferendogli nuovi tocchi e colori sonori, sempre nel massimo rispetto.
E allora ci immergiamo nei ricordi, consapevoli di vivere un presente che può ancora aggiungere qualcosa di piacevole. Beds are Burning arriva subito come una botta potente, che valorizza il già audace brano dei Midnight Oil. Eye In The Sky, bhé come non pensare subito alla grandezza di The Alan Parsons Project e a quella melodia evergreen, qui riproposta rispettandone l’incanto originale, a cui si aggiunge una visione più moderna. Con Take A Chance On Me, benvenuti nella rilettura del magico mondo degli ABBA, seguito dalla famigerata Maniac di Michael Sembello. Che tiro, che spinta e il contributo di Conor dei Nothing But Thieves si sente e come! In Just A Friend di Biz Markie ritroviamo Hyro the Hero, “vecchia” conoscenza di ZestToday. Il suo contributo, diciamolo, ci sta alla grande.
Con Material Girl di Madonna i ricordi si inseguono. Quanta vita passata con questo brano. Lo si ascoltava ovunque e ormai fa parte della storia di tutti noi, volenti o nolenti. Davvero bella la versione proposta. Un attimo per riprendermi dai brividi e sospiri causati da Wind of Change degli Scorpions. Pura bellezza l’originale e altrettanto lo è la rivisitazione degli AWOLNATION. Che gran bella produzione e che grande coinvolgimento grazie alle feat. di Portugal the Man e Brandon Boyd degli Incubus. Grandiosi tutti e applauso per l’assolo di chitarra.
Con Waiting Room feat. Grouplove veniamo catapultati nell’era dei Fugazi e nella loro musica ribelle, nei testi ma anche nella costante ricerca di indipendenza artistica e nella scelta di non mercificare il loro lavoro.
Un altro tuffo al cuore con Drive dei The Cars, bellissima di per sé e che resta misurata, piena di emozione e magistralmente prodotta. E ancora Flagpole Sitta. Questa volta cambia totalmente l’originale degli Harvey Danger eppure questo non è un elemento di distrubo, anzi. Probabilmente perché il bel tappeto musicale e le voci calde e vellutate di Aaron e Elohim rendono comunque giustizia al brano originale. Una versione evocativa e struggente. Alone Again chiude l’album e risentire Gilbert O’ Sullivan in una nuova veste mantenendone intatta la melodia nonostante le modernità sonore, è quello che serve e ci si aspetta quando ci si approccia a brani storici, che sono patrimonio dell’umanità. Ottima la feat. dei Midland.
My Echo, My Shadow, My Covers and Me tracklisting:
- Beds Are Burning feat. Tim McIlrath of Rise Against
- Eye in the Sky feat. Beck
- Take A Chance On Me feat. Jewel
- Maniac feat. Conor Mason of Nothing But Thieves
- Just A Freind feat. Hyro The Hero
- Material Girl feat. Taylor Hanson of Hanson
- Wind of Change feat. Brandon Boyd of Incubus & Portugal The Man
- Waiting Room feat. Grouplove
- Drive
- Flagpole Sitta feat. Elohim
- Alone Again feat. Midland
Ora però leggete quello che Aaron Bruno scrive su ogni canzone rivisitata, che cosa rappresenta per lui e il perché delle collaborazioni!
Beds Are Burning: “Sin da quando ero molto più giovane, cantavo questa canzone. Il cantante fa le mosse di ballo più interessanti nella storia dei video musicali. Penso che questa canzone parli da sola in termini di messaggio e significato.”
Eye in the Sky: “Questa canzone di 40 anni fa sembra molto rilevante oggi. Sempre di più con le nuove tecnologie, veniamo osservati in ogni momento. Beck è sicuramente una grande influenza per me come artista e cantautore, quindi il fatto che abbia partecipato nella canzone è davvero importante per me.”
Take A Chance On Me: “ABBA e Jewel. Cos’altro posso dire? L’importanza e l’impatto della musica degli ABBA non può essere sottovalutato e ora hanno pubblicato nuova musica per la prima volta in quattro decenni , e hanno ottenuto una nomination ai Grammy! Non riesco ancora a credere che Jewel abbia accettato di esibirsi in questa canzone con me. Ha colto l’occasione al balzo!”.
Maniac: “Anche se questa è un’enorme canzone pop che quasi tutti nel mondo probabilmente conoscono, gli accordi sono in realtà estremamente complicati e unici. Ho incontrato Conor dei Nothing But Thieves in tour alcuni anni fa. Ha una voce così imponente e sensibile, sapevo che questa canzone era perfetta per lui”.
Just a Friend: “Ho fatto questa canzone prima della devastante scomparsa di Mr. Biz Markie, e ovviamente sono rimasto con la tristezza nell’apprendere la notizia. Questo è stato uno dei primi successi dell’hip prima che esplodesse nel mainstream come lo conosciamo oggi. Mi intrufolavo nella stanza di mio fratello maggiore per ascoltare questo disco. Il mio amico Hyro The Hero ha accettato di dare il suo contributo. RIP Biz Marco”.
Material Girl: “Taylor Hanson è un cantante molto molto bravo. E una persona straordinariamente gentile. Gli ho chiesto di provare Material Girl, e all’inizio è stato decisamente sbalordito, ahah, ma swono così felice di averlo convinto a farlo!”
Wind of Change: “Conosco Brandon da un po’ ed è stato gentile con me negli anni in cui sono stato in questo settore, così come I Portugal The Man”.
Waiting Room: “Fare cover dei Fugazi è blasfemo, lo so… Ma dovevo farlo e i Grouplove sono abbastanza pazzi e quindi si sono uniti a me”.
Drive: ”Ho registrato questa canzone qualche tempo fa, molto prima della recente scomparsa di Ric Ocasek, ma ora è un bel modo per onorare lui e il fatto che sia stato anche un fantastico cantautore, artista e produttore. È una canzone che mi ha sempre emozionato. Ho voluto dare soltanto la mia piccola interpretazione a una canzone che ho sempre amato, e tributare il mio profondo rispetto anche a Ric, Benjamin Orr e The Cars”.
Flagpole Sitta: “Questa canzone affronta direttamente la salute mentale ed era originariamente un’idea di Elohim. È molto ben informata e appassionata di consapevolezza e difesa della salute mentale, ed è una delle mie migliori amiche”.
Alone Again: “Questa è una delle canzoni più tristi mai scritte. Anni fa i Midland ed io stavamo surfando insieme sul divano a Los Angeles. Eravamo tutti completamente al verde e danneggiati nelle nostre attività creative. Mi sembrava giusto finire l’album con questa canzone e di nuovo insieme”.