Avantasia, tre ore di show per un memorabile viaggio tra metal e fantasy
di Vanna Morgenstern
Giornata difficile il 22 Marzo per via degli attentati di Bruxelles. Voglia di evadere, anche solo per qualche ora. Quale migliore occasione del concerto del supergruppo Avantasia all’Alcatraz di Milano?
Avantasia, fusione delle parole Avalon e Fantasia, indica un mondo al di là dell’immaginazione umana ma è anche il nome dell’opera metal ideata da Tobias Sammet (cantante, tastierista, bassista e compositore tedesco, frontman del gruppo power metal degli Edguy) che coinvolge artisti metal di calibro internazionale.
Per la serata milanese, quattordicesima tappa del Ghostlights World Tour 2016 che prende il nome dall’album Ghostlights uscito il 29 gennaio 2016, Tobias è affiancato da Bob Catley (Magnum), Jørn Lande (Masterplan), Michael Kiske (Helloween), Eric Martin (Mr. Big), Ronnie Atkins (Pretty Maids). I musicisti sul palco, oltre agli ospiti appena citati, sono: Oliver Hartmann (chitarra solista), Amanda Somerville (voce e cori), Herbie Langhans (voce e cori), Michael (Miro) Rodenberg (cori e tastiere), Felix Bohnke (batteria), Sascha Paeth (chitarra solista, chitarra ritmica, chitarra acustica e produttore discografico di Avantasia, Edguy ed altri), Andre Neygenfind (basso).
Sold out sfiorato (mancavano solo 50/70 biglietti per raggiungerlo n.d.a), a differenza delle dodici date precedenti il concerto inizia alle 20.30 e ripercorre, in più di 3 ore, l’intera storia degli Avantasia.
Il palco è spettacolare ed insieme alle luci aiuta lo spettatore ad immergersi in un’atmosfera fantasy. Si parte dall’intro Zarathustra per poi passare a Mystery Of A Blood Red Rose. Il pubblico è da subito molto caloroso ma in effetti si tratta di affetto reciproco. Tobias dice che ogni volta che torna in Italia con gli Avantasia trova un pubblico heavy metal fantastico. E’ un vero piacere per lui suonare in Italia e questo lo rende molto orgoglioso perché mai nulla deve essere dato per scontato. Seguono poi Ghostlights, Invoke The Machine, Unchain The Light, Restless Heart, The Great Mystery, The Scarecrow in un crescendo di emozioni dovute sia alla musica sia agli esecutori.
I vari artisti salgono sul palco e si esibiscono in duetti davvero mozzafiato. Nonostante il cast stellare che si alterna sul palco, si respira un’atmosfera rilassata. Tre ore sono tante e c’è anche il tempo per raccontare aneddoti. Tobias ricorda quando Jørn Lande canticchiava di notte sul tour bus una canzone folk norvegese mentre tutti dormivano. Nessuno volle interromperlo perché era davvero bellissima. Così Tobias ha deciso di scrivere la metà-ballata Lucifer.
Seguono The Watchmakers’ Dream, What’s Left Of Me, The Wicked Symphony in cui i cantanti sbucano, letteralmente, un po’ da tutte le parti. Il pubblico, sempre più immerso in quest’atmosfera sognante, acclama a gran voce Tobias. L’altro artista che però sul palco ha un ruolo importante nell’interagire col pubblico è Eric Martin che coinvolge gli spettatori facendo fare loro dei cori.
Si prosegue con Draconian Love, il secondo singolo estratto dall’album Ghostlights che uscirà tra un paio di settimane. Tobias duetta splendidamente con Herbie Langhans e riceve poi, una bandiera dell’Italia con la scritta Avantasia. Scherza poi col pubblico dicendo che suoneranno qualcosa di molto vecchio e che la maggior parte del pubblico non era ancora nata quando uscì questo pezzo. Infatti non sa quante persone ricordino The Metal Opera. Visto che il pubblico insorge scherzosamente, Sammet dice che gli spettatori non sembrano così vecchi!
E’ davvero piacevole assistere a questi momenti di svago tra un pezzo e l’altro, giustificati anche dalla durata dello show. Una dopo l’altra si susseguono Farewell, Stargazers, la ballata d’amore in duetto con Michael Kiske Shelter From The Rain, The Story Ain’t Over e Let The Storm Descend Upon You. Quest’ultima è la canzone più lunga dell’album e Tobias è curioso di vedere la reazione dei fan italiani visto che in ogni posto in cui l’hanno suonata la gente è letteralmente impazzita. Sicuramente è piaciuta molto anche da noi!
Una curiosità: il batterista Felix Bohnke ha suonato con la febbre eha letterlamente spaccato. Sempre interagendo col pubblico Michael Kiske e Tobias Sammet scoprono che è il compleanno di un certo Carlo. Risultato? Tutti iniziano a cantare Happy Birthday To You
La scaletta è ancora lunga. Vengono proposte Promised Land, Prelude, Reach Out For The Light, Avantasia, Twisted Mind, Dying For An Angel. Vi sono poi dei “siparietti” per prendere un po’ tutti fiato. Eric Martin legge alcune righe in italiano che si concludono con “spaccate il culo!”. Poi è preso in giro da Tobias per To Be With You. C’è anche posto per il bel canto italiano su un palco internazionale come questo. Vengono intonate Nel Blu Dipinto Di Blu e, udite, udite Felicità! Il pubblico metal milanese se la cava ottimamente – ed in maniera del tutto inaspettata – con quest’ultima canzone.
Secondo Sammet gli spettatori cantano bene ma è la band che suona male perché non conosce il pezzo. Dice che sicuramente torneranno in Italia e questo fa ben sperare visto che ha dichiarato alla stampa che dopo questo tour prevede una sosta di tre, quattro o cinque anni vista la difficoltà organizzativa di questi concerti che coinvolgono un gran numero di artisti. Il concerto si chiude con due bis: la bellissima Lost In Space e Sign Of The Cross.
Verso mezzanotte l’incantesimo svanisce e si ritorna alla realtà. Il pubblico può tornare a casa più che soddisfatto per la bella performance di tanti artisti di fama mondiale che hanno condiviso un unico palco per merito della mente di un giovane musicista tedesco di talento: Tobias Sammet.