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Anna Maria Luisa de’Medici, la principessa che amava l’arte e Firenze

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Una donna tanto importante quanto, per molti secoli, ingiustamente dimenticata

Vincenzo Meucci, affresco cupola Basilica di San Lorenzo, Firenze

di Irene Tempestini

 

Riconoscenza, uno dei valori più nobili su cui il genere umano dovrebbe basare il proprio vivere, per mantenere quel sano equilibrio che rende piacevoli i rapporti umani. Eppure, a dilagare da sempre, è il suo esatto contrario, e oggi vogliamo proprio raccontarvi uno dei casi di ingratitudine più emblematici della storia, che vede protagonista Anna Maria Luisa de’ Medici.

A quanti di voi dice qualcosa questo nome? E  se aggiungiamo Elettrice Palatina? Non temete, se non siete studiosi, storici, ricercatori, è meno strano che la conosciate che il contrario. In occasione della ricorrenza del 18 febbraio, giorno della sua morte avvenuta nel 1743, che da qualche anno il Comune di Firenze ha finalmente deciso di ricordare ufficialmente, vi presentiamo questa grande donna, a cui si deve l’aver garantito l’inamovibilità dei beni artistici appartenuti ai Medici.

Antonio Franchi, Elettrice Palatina

Antonio Franchi, Elettrice Palatina

Anna Maria Luisa, nata nel 1667 da Cosimo III, granduca di Toscana, e Marguerite Louise d’Orleans, oltre ad essere l’ultima discendente della dinastia, è stata una delle pioniere della museologia moderna, grazie al Patto di famiglia stipulato il 31 ottobre del 1737 con il nuovo granduca Francesco Stefano di Lorena. A lei il merito di quel Patto e soprattutto di quell’ Articolo III, grazie al quale Firenze non ha visto sparire i tesori archeologici, artistici, scientifici e librari riuniti dalla famiglia Medici in tre secoli di governo.

 

I Lorena, infatti, ne sarebbero divenuti proprietari a patto che “di quello [che] è per ornamento dello Stato, e per utilità del Publico, e per attirare la curiosità dei Forestieri, non ne sarà nulla trasportato, o levato fuori dalla Capitale, e dello Stato del Granducato”.  Con la stipula di questa Convenzione, Anna Maria Luisa de’ Medici garantiva così la permanenza dei tesori collezionati dalla sua famiglia, e sanciva il legame eterno tra Firenze e i Medici.

A questa donna, per molto tempo vergognosamente dimenticata,  si deve anche l’aver fatto da tramite tra la corte medicea e quella di Düsseldorf, dove si trasferì nel 1691 per unirsi in matrimonio a Johann Wilhelm van Pfalz-Neuburg, Elettore Palatino, con il quale visse un’unione felice grazie proprio all’amore di entrambi per l’arte e la musica.

Jan Frans van Douven , Elettrice Palatina

Jan Frans van Douven , Elettrice Palatina

Da questo matrimonio derivò un arricchimento reciproco delle collezioni artistiche, grazie ad importanti scambi di dipinti e oggetti d’arte; a Firenze, ad esempio, arrivarono quadri degli olandesi van der Werff, Anton van Dyck e Pieter Paul Rubens.

Il sopraggiungere, a soli 58 anni, della morte dell’Elettore Palatino, obbligò Anna Maria Luisa a rientrare a Firenze nel 1716, non essendo nati eredi dalla loro unione. Secondo quanto stabilito nei patti matrimoniali, alla vedova fu concesso di portare a Firenze tutte le proprietà personali, i gioielli e ciò che costituiva l’arredo mobile delle sue stanze.

Nel capoluogo toscano giunsero, quindi, per mezzo di corrieri fiorentini e via mare dai porti olandesi verso Livorno, oggetti d’arte, mobili preziosi (soprattutto d’argento), argenterie, porcellane, dipinti, gioie. Ad arricchirsi furono principalmente le collezioni di porcellane (da sempre la grande passione della dinastia medicea) e di argenterie. In particolare l’interesse per i mobili d’argento era tipico delle corti tedesche, anche se trovava la sua origine alla corte francese di Luigi XIV.

Nessuno dei mobili d’argento dell’Elettrice Palatina purtroppo si è conservato perchè alcuni furono da lei stessa donati, altri vennero fusi, insieme a tutta la collezione di argenti, dai Lorena, che non rispettarono a pieno il Patto del 1737.

Per apprezzare fino in fondo il gusto raffinato, l’amore per il mecenatismo e la cura degli artisti di questa incredibile principessa, non si può non ricordare l’arredo pittorico e scultoreo che commissionò per Villa la Quiete, sede del Conservatorio delle Minime Ancille della SS. Trinità, dette Signore Montalve.

A quest’opera volle partecipassero i migliori pittori e scultori attivi in quel periodo a Firenze: per la pittura Giovanni Camillo Sagrestani, Giovanni Cinqui, Francesco Soderini, Matteo Bonechi, Ranieri del Pace, Antonio Nicola Pillori, Giovanni Moriani, Taddeo Mazzi, Sigismondo Betti, Vincenzo Meucci, Giovan Domenico Ferretti, Niccolò Lapi, Antonio Puglieschi, Ottaviano Dandini, Agostino Veracini, Mauro Soderini, Giovanni Antonio Pucci, Ignazio Hugford, Anton Domenico Bamberini, Niccolò Nannetti, Gaspare Lopez. Per la scultura Vincenzo Foggini, Giovan Battista Piamontini, Gaetano Mosoni e Vittorio Barbieri.

villa la quiete firenze

Villa la Quiete, Firenze

La sua ultima impresa (1739-42), che chiude anche la lunga e gloriosa storia del mecenatismo mediceo, è rappresentato dal restauro strutturale della Basilica di San Lorenzo, sempre a Firenze, e dei suoi sotterranei, della decorazione a fresco della cupola per mano di Vincenzo Meucci, la costruzione del campanile e i progetti, mai realizzati, per la facciata.

Al momento dell’inaugurazione, nell’agosto del 1742, la malattia con cui conviveva da un anno, le aveva minato il fisico, ma non volle mai che si sapesse in giro, e cercò sempre di tenerla nascosta, continuando a preoccuparsi delle sorti delle collezioni di famiglia e di sistemare i suoi fedeli servitori e cortigiani.

Ecco perchè l’Elettrice Palatina meriterebbe molto di più della statua collocata nel Canto de’ Nelli, tra il campanile di San Lorenzo e la Cappella dei Principi, la cui realizzazione tra l’altro, è una delle pagine più vergognose della storia del nostro Paese.

Basti sapere che solo nel 1945 qualcuno, nello specifico l’architetto Adolfo Coppedè, si accorse della grave mancanza di Firenze nei confronti della sua principessa, e fu allora che decise di stanziare dei soldi affinchè il Comune aprisse un bando per la realizzazione di una statua da dedicare all’Elettrice Palatina.

Il concorso, aperto a tutti gli scultori nati o residenti in Toscana da almeno tre anni dalla data del bando, prevedeva anche alcuni premi per un modello in gesso della medesima statua. Ci vollero anni prima di eleggere il vincitore, e solo nel 1953 la giuria stabilì che a vincere fosse il bozzetto di Raffaello Salimbeni.

Passarono altri anni perchè il Comune non sembrava molto interessato alla realizzazione dell’opera, e finalmente nel 1965 si dette il via ai lavori. Purtroppo l’alluvione del novembre del 1966 devastò lo studio del Salimbeni, posto in via de’ Bardi, e i lavori subirono un altro stop.

statua_elettrice palatina, firenze

Negli anni Ottanta si tornò a discutere sul destino della scultura, che nel frattempo era stata conclusa, sulle pagine de “La Nazione”. Nel 1985 si decise di collocarla a Palazzo Pitti nell’atrio del Salone, dove rimase per 10 anni.

L’incubo che ha accompagnato fin dalle origini l’opera, finì soltanto negli anni Novanta, grazie all’interessamento dell’antiquario Alberto Bruschi, studioso e conoscitore dell’Elettrice Palatina, che nel 1993 le dedicò la prima mostra per ricordarne i 250 anni della scomparsa. Fu allora che una commissione tecnica decise la sua collocazione attuale, in un luogo simbolico come il Canto de’ Nelli, nella stessa Basilica che rappresenta l’ultimo capolavoro del mecenatismo mediceo.

A questa prima importante mostra, ne è seguita un’altra, nel 2006 a Palazzo Pitti, dal titolo “La principessa saggia. L’eredità di Anna Maria Luisa de’Medici Elettrice Palatina”, al momento il più ampio omaggio a questo personaggio pubblico e collezionista d’arte. E se è vero che la grandezza delle persone la si misura con i fatti e non con le chiacchiere, Firenze ha ancora tanto da fare prima di poter dire di aver pareggiato i conti con la sua principessa mecenate.

 

EVENTI PER COMMEMORARE L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELL’ELETTRICE PALATINA

Per l’occasione oggi il Museo delle Cappelle Medicee resterà aperto dalle 8.15 alle 13.50 con ingresso gratuito e alle ore 11 è programmata la deposizione dell’omaggio floreale alla tomba dell’Elettrice Palatina da parte delle Autorità Comunali che muoveranno da Palazzo Vecchio alle 10.40 scortate da una rappresentanza del Corteo della Repubblica Fiorentina.

Sempre mercoledì 18 febbraio il Polo Museale Fiorentino e il Comune di Firenze propongono un evento di rievocazione del personaggio storico in collaborazione con l’Associazione MUS.E. Il pubblico, infatti, alle ore 15 (con repliche alle 16 e alle 17) avrà l’occasione di incontrare Anna Maria Luisa de’ Medici (Elettrice Palatina)  in uno dei luoghi per lei più significativi, ovvero nella Sala Bianca di Palazzo Pitti.

L’incontro con il personaggio sarà seguito da un dibattito con il pubblico. La partecipazione è gratuita (massimo 30 persone per appuntamento); la prenotazione è obbligatoria chiamando i numeri 055-2768224 oppure 055-2768558

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