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Thom Yorke e Subterranea, un brano lungo 18 giorni

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La traccia durerà tutto il tempo dell' esposizione “The Panic Office”, dell’artista ed amico Stanley Donwood

thom yorke subterranea

 

di Riccardo Tronci

 

Thom Yorke è un genio. Thom Yorke, artista poliedrico, bizzarro, ha composto Subterranea.  Un brano lungo 18 giorni, 432 ore, il tempo che durerà l’esposizione “The Panic  Office” dell’artista ed amico Stanley Donwood a Sidney, in mostra fino al 6 di giugno.

Un’idea unica, che non mira semplicemente a battere il record della canzone più lunga, ma affonda le radici nell’essere estremo ricercatore del frontman dei Radiohead, Thom Yorke, appunto.  Una  creazione inspiegabile, a meno che non si ripercorra all’indietro la propria vita, fino ai tempi in cui, tra una mela caramellata e un pulcino da vincere al tiro a segno, percorrevamo i sentieri sterrati del Luna Park.

Il Luna Park. Quando eravamo piccini lo aspettavamo per mesi, il solo vedere accendersi la sfilata di luci che davano il benvenuto, osservare i preparativi dei tendoni, era pura gioia. E quando eravamo davvero piccini, quando ci erano ancora vietate le giostre di velocità (perché non eravamo più alti di “così”), il treno del terrore (o della paura, o dell’orrore, come preferite), da molti definito “trenino” per esorcizzare, era LA giostra. Quella che tutti ritardavano per poter continuare ad avere paura, per poter ancora attendere.

A pensarci oggi quella che con occhi di adulto non è altro che un’impalcatura, incapace o quasi di emozionare, era in realtà un’esperienza, a tutto tondo, qualcosa che coinvolgeva tutti i sensi (l’odore del borotalco soffiato per creare fumo, i rumori, il movimento ed il sapore di zucchero filato ancora in bocca).

Thom Yorke, Subterranea. Thom Yorke ha composto una soundtrack mutevole come le emozioni, distinguendo le frequenze: i bassi provengono dal pavimento, i medi dalle pareti e gli alti dal soffitto. Uno per uno i suoni sono studiati per investire una parte del corpo rendendola partecipe. La visita alla mostra di Donwood, creatore di tutte le copertine dei Radiohead, dal singolo My Iron Lung in poi, diventa esperienza. Dalla visione alla percezione di insieme, percorrendo i corridoi e le sale la soundtrack racconta e sollecita emozioni, condizionando la visione stessa.

Registrazioni d’ambiente e sperimentazioni si fondono in Subterranea. L’unica pecca è riuscire a cogliere solo alcuni frammenti, visto che nessuno, nemmeno i custodi, ascolteranno 18 giorni di musica di seguito (non vi sono all’interno della composizione due singoli minuti che si ripetono).

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