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Music Room – La stanza dei ricordi (1): psichedelia

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Quell'estate del 1967...I Pink Floyd e la musica psichedelica

di Fabrizio Taddei

– Quanti ricordi nella mia music room… Era l’estate del 1967 quando un caro amico, appassionato come me di musica, mi telefonò da Londra, dove si trovava per lavoro, dicendomi che era stato all’ UFO Club, primo locale underground in terra inglese (acronimo di Underground Freak Out). Qui aveva visto un gruppo emergente che suonava una musica incredibile, innovativa, diversa da quella finora ascoltata e che gli era piaciuta moltissimo. Erano i Pink Floyd ed io, naturalmente, non li conoscevo. Volevo tanto ascoltarli, così ordinai al mio amico a Londra una copia del loro primo LP , appena uscito, e a fine estate quella meraviglia girò per la prima volta sul piatto del mio stereo. Bastò un ascolto e la mia mente fu sconvolta! L’album mi sbalordì e mi catapultò in un mondo di suoni diversi. Fui letteralmente rapito. Avevo appena scoperto la musica psichedelica, una musica talmente diversa da quella ascoltata fino a quel momento, e che mi avrebbe accompagnato nel mio “mondo sonoro” per diversi anni.

 

“The Piper at the gates of dawn”, titolo ripreso da un classico della letteratura infantile (Il Vento tra i salici), è per me in assoluto il capolavoro psichedelico dei Pink Floyd.  Dentro c’è di tutto, dal rock cosmico di Astronomy Domine ed Interstellar Overdrive, alle contorte memorie infantili di Syd Barrett in canzoni come Lucifer Sam, Matilda Mother , all’allegra filastrocca di Bike. Ascoltando le  canzoni contenute nell’ LP  si capisce la necessità per chi le ha composte, di avere la coscienza alterata da allucinogeni e sostanze stupefacenti come LSD e Hashish. Un mix di  suoni particolarmente insoliti furono creati ad arte usando in modo esasperato effetti sonori all’epoca sconosciuti, tramite pedali wah-wah, fuzz box, usando chitarre distorte, voci, rumori, suoni strani, talvolta inserendo nelle tracce registrazioni riportate all’indietro a velocità modificate più o meno sostenute.

 

Musicalmente parlando, fino ai Beatles, nessuno dei cantanti popolari aveva mai pensato di evadere dal corpo ed andare oltre il Bello e lo stimolo fisico. E’ con la psichedelia che si scopre la mente, si svela l’anima, si mostra la coscienza.  Storicamente il fenomeno rock psichedelico fu attribuito per la prima volta ad Austin in Texas ai 13th Floor Elevators che con i loro primi tours riuscirono a far conoscere e diffondere questo tipo di musica nell’area di San Francisco.

 

Tra le canzoni dei Pink Floyd più psichedeliche sicuramente Arnold Lake (narra la storia di un travestito che ruba gli indumenti) e See Emily Play, canzone ispirata da Emily Young, figlia di un aristocratico e frequentatrice abituale dell’UFO Club, nonostante fosse minorenne. Sulla scia dei Pink Floyd nacquero in seguito tanti gruppi (come i Soft Machine, i Tomorrow, i July, i Kaleidoscope, i Pretty Things) che bene o male seguirono l’esempio dei maestri, ma senza raggiungerne la grandezza.

2 COMMENTS

  1. Complimenti sinceri per il bellissimo lavoro svolto…portale eccellente..
    E complimenti per l’autore Del bellissimo articolo musicale…..

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