Recensione – I Mataleòn e la loro “Prospettiva di un’idea”
di Irene Tempestini
“Prospettiva di un’idea” è sicuramente un bel titolo, che ci pone nella condizione mentale ideale, poichè tutto ciò che ha a che fare con la progettualità, la prospettiva, la realizzazione di un’idea, ci rende positivi e ci attira a sè come una calamita.
I milanesi Mataleòn però, oltre ad essere bravi a scegliere i nomi, sanno anche riempire di contenuti i loro progetti, e allora ecco prendere forma, nel marzo 2015, il loro primo EP composto da 6 brani in puro stile hard rock, con forti richiami ai grandi nomi del panorama musicale mondiale. Del resto, la stessa band si proclama ammiratrice di Alter Bridge, Tool, Creed, Stone Sour, Black Stone Cherry, Pearl Jam, Deftones, Sevendust e, nell’album, si sentono forti e chiare le influenze che ne derivano.
“Atari “, primo brano dell’album, è un pezzo musicalmente potente, trainato dalla voce che si arrampica sull’impetuoso muro sonoro divenendone l’elemento portante. Ben dosate le incursioni heavy, sempre di grande effetto. Ancora più spinto il secondo brano, “Ozymandias”, che si presenta con le poderose calvalcate heavy iniziali. Riuscite le melodie e il cantato che, pezzo dopo pezzo, ci convince sempre più. La ritmica è strutturalmente impeccabile, con batteria e basso che sanno come rubare la scena.
Ne “Il Foglio Bianco”, l’onda anomala si placa dando vita ad una ballad vecchio stampo, uno di quei brani sempre tanto attesi in ogni album hard rock che si rispetti. Molto bella l’orchestrazione di ritmica e voce, quest’ultima calda e grintosa. Immancabili le scudisciate heavy ed uno struggente assolo di chitarra in perfetto Slash style.
Dopo la pausa “romantica”, si rialza il vento che spazza via lo zucchero in eccesso. Con “Dove sei adesso”, si torna ai ritmi frenetici, con belle dinamiche e una voce sempre più prestante.
Ai Mataleòn, lo abbiamo appurato, piace spingere fino in fondo per poi rallentare e riportare il ritmo cardiaco a livelli più contenuti, senza però lasciare che il sangue nelle vene si diluisca troppo. “Vorrei”, infatti, è un bel mix tra una romantica ballad e un pezzo tiratissimo, pronto ad esplodere quando meno ce lo aspettiamo. Del resto, per non annoiare, mai essere troppo scontati e prevedibili.
L’album si conclude con un brano che fa della potenza il suo fil rouge; i Mataleòn alzano il tiro con “Fuoco nella testa”, e danno vita a ritmiche frenetiche gestite con una buona tecnica. Arriva poi il momento in cui si ha voglia di lasciare andare le briglie e allora ecco che la prepotenza delle chitarre e la rabbia della voce lanciata in un ultimo sfogo finale, diventano le protagoniste indiscusse.
Una bella prova quella dei milanesi Mataleòn, che sono anche freschi vincitori del contest Rockin’ the school, che permetterà loro di aprire i concerti del Brianza Rock Festival, in programma dal 12 al 14 giugno. C’è bisogno di rock giovane, c’è bisogno di energia, c’è bisogno di band italiane che sappiano come farci scatenare in scapestrati headbanging… e i Mataleòn sanno come farci sudare.
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La band nasce nel maggio 2012, con l’uscita del singolo “Fuoco nella testa”, registrato e co-prodotto da Olly Riva (The Fire, Shandon, Rezophonic) al Rocker Studio di Sesto San Giovanni (MI).
Dopo numerosi concerti e una piccola pausa, dovuta al cambio di line-up di alcuni componenti, la band decide di iniziare il lavoro di scrittura del nuovo EP, e, nel gennaio 2015, si chiude in studio di registrazione.
La produzione è stata affidata ancora una volta a Olly Riva, presso il Rocker Studio di Sesto San Giovanni (MI). Il mastering audio è stato affidato a Tancredi Barbuscia del Green River Studio. L’EP è interamente autoprodotto dalla band.
Line up:
Tommaso Di Blasi: Voce/Chitarre
Andrea Giuliani: Chitarre
Manuel Schiavone: Basso
Daniele Bocola: Batteria
https://www.facebook.com/mataleonband