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Franco Guerzoni, “Archeologia senza restauro”: il passato che non torna

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Franco Guerzoni Archeologie senza restauro, 2014 stampa su gesso e scagliola cm 28 x 48

di Redazione

 

Franco Guerzoni

Archeologie senza restauro

MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

fino al 19 aprile 2015

La mostra si focalizza su due estremi temporali del percorso creativo dell’artista: gli esordi e la produzione più recente, presentando una selezione di 17 opere rappresentative di tali momenti. Lo sguardo rivolto verso il passato, che è interesse verso ciò che è stato e al contempo consapevolezza della sua irrecuperabilità, è una costante del lavoro di Guerzoni, che l’ha definita “archeologia senza restauro”. Spesso le sue opere appaiono come dei reperti – con superfici mutate dal tempo, polvere, parti sconnesse – e raccontano un viaggio dell’immaginazione tra le tracce di ciò che è ormai perduto.
Dall’inizio degli anni Settanta, Franco Guerzoni si dedica al linguaggio fotografico, seguendo un proprio percorso di ricerca sull’immagine e i sistemi di rappresentazione. Si tratta di un periodo in cui gli intensi scambi
intellettuali con altri giovani artisti modenesi danno vita a collaborazioni importanti quali quella con Luigi Ghirri, amico fraterno con il quale porta avanti un’estesa ricognizione dei territori della provincia modenese, alla
ricerca di suggestioni d’immagine. L’esposizione al MAMbo parte dagli esordi per andare a comprendere quella che è stata l’evoluzione artistica sul supporto pittorico, come nelle opere più recenti.

 

Franco Guerzoni  Antropologie, 1976/78  stampa fotografica e coccio  cm 23x23

Franco Guerzoni
Antropologie, 1976/78
stampa fotografica e coccio
cm 23×23

Tra le opere esposte, alcune sono state realizzate da Guerzoni appositamente per il MAMbo come Affresco in corso d’opera (2014), un lavoro installativo di dimensioni variabili; due Stanze, lavori a parete in cui il supporto di gesso e scagliola ha un rapporto di continuità con l’immagine o con il frammento di essa; Grotta (2014), ispirata al
complesso pittorico della Grotta dei Cervi di Porto Badisco (Puglia) che, grazie a un movimento quasi impercettibile, indaga l’idea di instabilità.
In occasione dell’esposizione, tre opere degli anni ’70 vengono donate dall’artista al museo bolognese: si tratta di due Antropologie, una delle quali incorpora uno scatto di Luigi Ghirri e del Libro del 1971.

 

L’artista   

Franco Guerzoni è nato nel 1948 a Modena. All’inizio degli anni settanta utilizza la fotografia come strumento di rappresentazione, del 1972 sono i suoi “Affreschi”, del ’73 le sue ”Archeologie” seguite dalle “Antropologie”,
ricerca legata agli aspetti della stratificazione culturale e all’idea di “antico” come perdita.
Negli anni ottanta è impegnato nella realizzazione di grandi carte parietali che indagano l’idea di una geografia immaginaria, “Carte di viaggio”, “Grotteschi” e “La parete dimenticata”, alla fine degli stessi anni
lavora sulla superficie intesa come profondità. Presenta “Decorazioni e rovine” in una sala personale alla Biennale di
Venezia del 1990. Da allora continua, attraverso grandi cicli di opere, la sua indagine sul tempo e sulla poetica della rovina, una sorta di archeologia senza restauro. Nel 2006, in seguito al recupero di un corpo di lavori realizzati con l’uso del mezzo fotografico dall’autore negli anni Settanta, presenta alla GAM
di Torino “Paesaggi in polvere”. Da allora alle sue ricerche si affianca una vera e propria attività di
ricongiunzione o di trasferimento che va dal dipinto alla parete vera e
propria.

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