Jacques Lipchitz, disegni in mostra a Firenze e Monaco di Baviera
Jacques Lipchitz (Druskieniki, Lituania 1891- Capri 1973) fu, con Amedeo Modigliani e Juan Gris, uno dei protagonisti della nascita e dello sviluppo del nuovo linguaggio figurativo nella Parigi dei primi decenni del Novecento, periodo che egli trascorse in Francia per poi vivere, con il secondo conflitto mondiale, tra New York e l’Italia. Condividendo le inquietudini e le contemporanee ricerche di Picasso e Braque, l’artista lituano pose le basi del vocabolario cubista nella scultura, di cui fu uno degli interpreti più innovativi, preparando molte delle sue opere con studi grafici concepiti come strumento per la sua visione plastica. Come per altri grandi scultori, da Canova a Moore, la produzione disegnativa dell’artista si nutre infatti in maniera imprescindibile del potenziale che questa modalità espressiva riveste nell’esplorare temi e forme che poi possono essere variamente tradotti in costruzioni tridimensionali, documentando la genesi intima del processo creativo. Una duplice donazione di opere su carta – oltre 60 tra disegni, acqueforti e un taccuino di schizzi –, destinata dagli eredi di Lipchitz al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e alla Staatliche Graphische Sammlung di Monaco di Baviera, ha stimolato un progetto espositivo congiunto tra le due istituzioni che risultano tra le maggiori raccolte grafiche al mondo.
Visitabile fino al 7 dicembre