Per il ciclo ‘Cambiamenti’, Indagine sulla sparizione a cura di Gian Marco Montesano
di Redazione
Un ciclo di conferenze dal titolo “Cambiamenti” al via domani alle ore 18:00 presso il nuovo edificio del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato. Si tratta di una tappa importante del percorso di avvicinamento alla riapertura del Centro, prevista per il prossimo anno. E’ anche il riconoscimento di una lacuna del sistema culturale occidentale e specialmente italiano ed è con questo ciclo di conferenze che si vuole riportare attenzione sul vero fine della cultura come investigazione del mondo al di là dei fatti di superficie. Una pausa teorica, insieme alla larga attività di education per gli adulti e per gli studenti appena avviata, sembra il miglior modo al Centro Pecci per preparare il terreno alla riapertura dei suoi spazi espositivi.
Il tema dei cambiamenti, apparentemente scontato, è assolutamente importante attuale. Sono sotto gli occhi di tutti i grandi cambiamenti che il mondo sta attraversando, sia sul versante economico che su quello politico e tecnologico. Ciò che risulta difficile da comprendere è cosa realmente sta cambiando.
Sarà Gian Marco Montesano ad aprire la serie, interloquendo con il direttore del Centro Fabio Cavallucci in un intervento dal titolo “Indagine sulla sparizione”.
Figura multiforme, noto come pittore e regista di teatro, non tutti sanno che Montesano è anche un fine teorico. Nella sua stagione francese degli anni Ottanta quando si trovava fianco a fianco di altri militanti di estrema sinistra come Toni Negri e Franco Berardi “ Bifo”, tra “Potere operaio” e “Autonomia”, egli fu tra i più vicini ai grandi pensatori postmarxisti Gilles Deleuze, Felix Guattari e Jean Baudrillard, con i quali condivideva familiarità e discussioni approfondite.
Durante l’incontro Montesano presenta la sua visione del mondo, che prende il via naturalmente dalla cultura postmarxista, ma arriva a interpretare i grandi cambiamenti contemporanei come fine di un sistema: economico, politico, di valori, di cultura. La fine del sistema capitalistico trascina con sé anche la morte delle ideologie, sia quelle liberiste da esso generate, che quelle socialiste e comuniste che vi si sono contrapposte. E anche l’arte, come frutto di quelle ideologie, tende a cambiare il suo statuto, a modificarsi, a sparire.
Il ciclo Cambiamenti continuerà con interventi di altre personalità internazionali: l’artista californiana Suzanne Lacy (il 10 novembre, sul tema della condizione femminile); l’artista e curatore peruviano Jota Castro (il 19 novembre, sullo Slow future); il giornalista politico polacco Edwin Bendyk (dicembre, sulle rivoluzioni e le crisi dell’est europeo e del Medio Oriente); l’architetto italiano Mirko Zardini (sempre a dicembre, sull’architettura) direttore del Centro Canadese per l’Architettura di Montreal. Continuerà poi il prossimo anno con altre importanti personalità internazionali.
Le conferenze si svolgono a Prato nel nuovo edificio del Centro Pecci realizzato dall’architetto Maurice Nio e saranno raccolte in un archivio web.
Ingresso libero.