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Hate Moss, recensione di NaN, top album del mese

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Hate Moss photo-by-Ruggero-Lupo-Mengoni

 

 

di Irene Tempestini

 

Hate Moss, recensione di NaN, top album del mese

 

Gli Hate Moss sono un duo italo/brasiliano, formato da Tina e Ian, due menti creative incredibili, padroni dell’elettronica e della bellezza che questo genere musicale, ricco di tante sfumature, può regalare. Il loro secondo album è uscito oggi, si intitola NaN ed è travolgente.

Non una nota, un bit, un synth che non siano frutto di un’abile e consapevole ricerca sonora caricata di significato grazie alle tematiche sociali importanti che vengono trattate. Dal tema del lutto, ai morti nel Mediterraneo, agli scontri tra culture, ideologici ma anche fisici, fino ad arrivare al delicato tema del suicidio, che è ancora un tabù, ma che dobbiamo avere il coraggio di affrontare.

E se vi state chiedendo cosa significhi NaN, vi preannuncio che presto avrò modo di chiederlo agli stessi Hate Moss in un’intervista che avrò il piacere di fare. Per il momento sappiate che è una definizione presa dal linguaggio informatico (Not a Number) e sta a identificare un gruppo di dati. Ma se ascoltate l’album, capirete subito che la scelta del nome è volutamente un contrasto con quella che è la finalità degli Hate Moss, che si occupano di tutto tranne che di freddi calcoli e numeri binari. Il loro è un linguaggio che esce prepotentemente dalle viscere e che vuole scuotere le coscienze intorpidite da messaggi confezionati tutti nello stesso identico modo.

NaN contiene 8 tracce, alcune in portoghese, altre in italiano, altre in inglese. Difficile stabilire quali possano essere le influenze predominanti. Sicuramente la migliore elettronica che gli Hate Moss si sente conoscono bene, ma anche il cantautorato che pone grande attenzione ai testi. Nella bio si legge che molto deriva dai Prodigy e dai Massive Attack, per arrivare ai Death Grips e ai Dead Can Dance, passando per De Andrè e la musica popolare brasiliana come quella di Caetano Veloso.

Neve è la prima traccia ed è in lingua portoghese. Affronta il tema del lutto e cosa implica su noi stessi. Nel brano emerge costante un velo di malinconia nei suoni e nel cantato. Anche Pensar è in portoghese, e affascina coi suoi ritmi costanti e la melodia orecchiabile, che affronta il tema delle ingiustizie sociali. Dei Buoni Dei è l’affondo più toccante. Un racconto di morte, di quelle migliaia di morti avvenute nel Mediterraneo. Il brano procede come un mantra, come una disperata ma dignitosa richiesta di aiuto. Una preghiera inascoltata, un testo che non lascia scampo alle nostre coscienze. Ogni vita spezzata e annegata nel silenzio assordante dell’indifferenza, grida giustizia.

Eremita prosegue nelle scelte stilistiche ed esecutive della traccia precedente. Birdaha, che significa bis in turco, racconta di una vera e propria rissa avvenuta alla fine di un concerto. Le disarmonie tra esseri umani diventano quindi uno scontro fisico, non più solo una divergenza di ideali e culture. Ritmi potenti, tribali e meravigliosi synth accompagnano visionariamente lo scontro.  Splendidi gli accenti e il riverbero che acuisce il senso del dramma struggente. Traccia travolgente.  Fog continua nella ricercatezza sofisticata dei suoni. Gli Hate Moss hanno un bagaglio creativo e conoscitivo incredibile. La resa è di qualità davvero eelvata.  Peonia è una meraviglia che parla d’amore e lo fa con estrema eleganza espressiva. Non c’è niente che possa apparire banale. Altra traccia strepitosa.

Stupid Song chiude l’album lasciando aperte infinite porte ad altrettante e profonde riflessioni. Il tema del suicidio non può fare altrimenti. La traccia ha sonorità cupe e drammaticamente struggenti. Il cantato accompagna con garbo gli ingressi sonori, potenti e incisivi.

Gli Hate Moss sono una gran bella realtà.

Segui gli Hate Moss su:

Sito web: hatemoss.com

Instagram: hatemossband

 

HATE MOSS NaN TOP ALBUM DEL MESE

 

NaN tracklisting:

  1. Neve
  2. Pensar
  3. Dei Buoni Dei
  4. Eremita
  5. Birdaha
  6. Fog
  7. Peonia
  8. Stupid song

Hate-Moss_NaN_Cover

BIO

Nel 2017 Tina e Ian si sono incontrati a Londra e qui hanno creato un’etichetta indipendente, la Stock-a Records, diventata poi Stock-a Production. La loro collaborazione si è trasformata in un progetto musicale nel 2018 quando hanno lanciato il loro primo singolo “Honey”, seguito da vari tour in Brasile, Italia e Regno Unito. Il loro primo album, “Live TwoThousandhatein”, è stato pubblicato a maggio 2019 attraverso la loro etichetta e li ha portati a presentare il loro lavoro in Spagna, Portogallo e Turchia, nonché a festival internazionali come la Biennale di Venezia (IT), Locomotiva Festival (BR) e Goiania Noise (BR) dove hanno condiviso il palco con artisti di fama underground come Rakta, Boogarins e Ratos de Porão. Nel 2020, a causa della pandemia e delle conseguenze causate dalla Brexit, la band è stata costretta a tornare in Italia.

Ascolta NaN:

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