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Benvenuto Songs of Innocence, bentornati U2

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copertina album u2

di Irene Tempestini

Un gradito tuffo nel passato, un ritorno alle origini, come quando anni or sono aspettavamo incollati davanti alla tv per vedere le interviste ai nostri beneamati gruppi musicali, U2 tra questi. Allora non c’era internet o era roba per pochi eletti, e le varie MTV, Video Music, come tanti altri programmi musicali, rappresentavano la fonte primaria per gli appassionati di musica. E ieri è stato proprio come tornare ad un tempo che fu, incollati alla televisione per l’ingresso in studio a “Che Tempo Che Fa” di Bono e The Edge, che hanno scelto l’Italia per presentare il loro album “Songs of Innocence”, uscito oggi, 13 ottobre, in tutto il mondo (l’ultima apparizione nella televisione italiana per gli U2 risale al Sanremo di 14 anni fa).

Già questo sarebbe bastato per far contenti milioni e milioni di fans (e i dirigenti Rai) ma come non aspettarsi un ulteriore regalo da parte di artisti che hanno fatto della disponibilità con i fans, il loro principale marchio di fabbrica, oltre naturalmente ad un talento che ha permesso loro di creare capolavori già impressi di diritto nella storia della musica. Ecco che, grazie al feeling palese con il presentatore, vecchia conoscenza,  e al calore con cui il pubblico in studio ha accolto Bono e The Edge, la piacevole chiacchierata ha segnato un momento indimenticabile, al quale si è aggiunta la toccante performance live.

Bono Rai 3Immancabile il ricordo iniziale del Maestro Luciano Pavarotti, del quale ricorreva proprio ieri la nascita. “Quando conobbi il Maestro mio padre, appassionato di lirica, mi chiese come mi sentii ad incontrare un vero cantante – ha ricordato Bono – e dopo la morte di mio padre mi è sembrato che la mia voce fosse migliorata, come se mi avesse fatto un regalo”. Anche The Edge ha raccontato un piacevole aneddoto, che vide Pavarotti prendersi cura del raffreddore del musicista, ospite quel giorno a pranzo nella casa del Maestro.

Parlando di Songs of Innocence, Bono ha spiegato il lungo percorso, durato cinque anni, necessario per arrivare alla realizzazione dell’album. “Dopo l’ultimo album eravamo davanti ad un bivio: perché fare un altro disco? Perché stare in una band? Cosa allora ci spinse a formare la band e fare musica? Da qui è iniziato il viaggio a ritroso che ci ha portati alle origini, abbiamo ascoltato la musica degli anni ’70, consapevoli di quanto ci avesse influenzato allora”. Poi Bono e The Edge hanno proseguito citando l’importanza che su di loro ebbero la musica punk-rock e i Ramones su tutti, da qui inevitabile il tributo a Joe Ramone nel primo singolo The Miracle (of Joey Ramone), eseguito negli studi Rai in versione acustica.

Bono e The Edge Rai 3“Grazie al punk-rock tutti potevano fare musica, anche chi come me – ha detto Bono – aveva la voce da signorina e non cantava certo come oggi”. Proseguendo su Songs of Innocence si sono soffermati anche su un altro aspetto clou dell’album, ovvero l’innocenza, intesa come origine da cui tutto è nato, ma anche come un valore a cui aggrapparsi per sfuggire alla violenza in tutte le sue forme. Raised By Wolves ad esempio narra “la rabbia che ci ha lasciato dentro l’attentato con le autobombe nel cuore di Dublino, avvenuto nel 1974, e dal quale The Edge ed io ci siamo salvati per miracolo perchè quel giorno dovevamo essere lì al negozio di dischi e invece eravamo altrove”.  “Far parte della band – ha aggiunto Bono – ci ha permesso di restare sempre un po’ innocenti e al Bono di ieri, degli anni’70, direi che ha più ragione di quanto pensi. ..mi spaventa però cosa potrebbe dire a me oggi il Bono giovane”.

Oltre alle parole, sempre ricche di contenuto e mai banali, Bono e The Edge hanno aggiunto due perle eseguite in versione acustica, così come sono contenute nella versione deluxe dell’album: The Miracle (of Joe Ramone) e la struggente Every Breaking Wave, che credeteci, ci ha inumidito gli occhi e fatto venire il groppo alla gola per la bellezza della performance, con la voce di Bono ancora più disarmante (com’è possibile ci siamo chiesti, credevamo avesse già toccato il culmine anni fa e invece…) e un The Edge al piano commovente più che mai.

Bono e The Edge Rai 3Tripudio in studio, tutti in piedi a gridare we love you, milioni di tv accese, e i video della trasmissione che già sono stati diffusi via web in ogni angolo del mondo. Questa la magia della musica che ci piace raccontare,  e questo quello ci fa amare una band come gli U2: passano gli anni, la fama cresce, il conto in banca anche, ma lo fanno di pari passo con il talento e la disponibilità (le centinaia di persone che li hanno attesi fuori dagli studi Rai possono confermarlo). Amare quello che si fa e concedersi a chi ti permette di rimanere in alto dove sei, questo fanno i grandi, e a noi i grandi piacciono, e tanto.

Benvenuto Songs of Innocence, bentornati U2, ci vediamo in tour visto che Bono, prima di salutare, ha detto chiaramente che torneranno presto in Italia, ma questa volta con la band.

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